I giganti di pietra del secondo millennio avanti Cristo, fortezze che col passare del tempo diventano templi per il culto degli Dei e in età romana luoghi di sepoltura. Di strutture megalitiche del genere in Sardegna ne sono rimaste diverse migliaia, a testimonianza dell’esistenza, nel mondo antico, di una grandiosa civiltà nel Mediterraneo: la civiltà nuragica.
A Roma, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, sabato 14 dicembre alle ore 16.30 si inaugura la mostra “La Sardegna dei 10.000 Nuraghi. Simboli e miti dal Passato” che si protrarrà fino al 16 marzo 2014.
È la prima volta che la civiltà nuragica della Sardegna è protagonista a Roma e lo fa attraverso una esposizione di grande fascino, che svela i segreti di una civiltà antichissima come quella che ha realizzato i nuraghi e che dalla Sardegna ha intessuto relazioni commerciali e culturali con le altre popolazioni insediate nel Mediterraneo, e anche con l’ Etruria meridionale.
La Mostra di Villa Giulia è stata suddivisa in 4 sezioni. La prima “Immagini di un popolo” ruota intorno ad un documentario (regia di Roberto Cretton testi di Franco Campus e Pina Maria Derudas). Le architetture, la vita quotidiana e la sfera del sacro vengono proposti con l’ ausilio di suggestive scene di fiction e ricostruzioni virtuali, accompagnate da musiche anche originali, attraverso una chiave di lettura che mette l’ accento soprattutto sugli aspetti sociali e sul ruolo che occupa l’ Isola delle Torri, protagonista di primo piano sulla scena Mediterranea fra l’ età del Bronzo e l’ età del Ferro.
La seconda sezione dal titolo “I Luoghi e i simboli” offre uno spaccato dei luoghi della poliedrica civiltà nuragica. Un percorso geografico si dipana dal nord al sud dell’ isola e interessa le numerose località che hanno restituito il simbolo di questa civiltà: manufatti in bronzo o pietra riproducono in varie dimensioni il nuraghe.
Nella terza sezione “Identità e Orizzonti” si intende sottolineare il ruolo del monumento quale bene riconosciuto sia oggi che nel passato. Due figure di guerrieri, un arciere e un “pugilatore”, riproducono fedelmente le grandi statue in pietra provenienti dallo straordinario complesso cultuale e funerario di Mont’ e Prama. L’ allestimento ricrea in scala reale interni di nuraghi, altari sormontati da spade votive, scenari ed ambientazioni in un quadro di grande suggestione.
La quarta ed ultima sezione “Simboli e segni della memoria” focalizza l’ attenzione sulla funzione che le riproduzioni di nuraghe ebbero nel contesto di origine. Le navicelle votive con l’ albero maestro conformato a torre, con animali sulle murate, sono chiaramente espressione di una narrazione e segni del potere: nuraghi in bronzo, doni cerimoniali, sono funzionali ad instaurare un’ alleanza fra uomini e dei. Sono esposte opere poco note al grande pubblico provenienti dai più importanti musei nazionali e civici della Sardegna, testimoni di un racconto mitico e della memoria culturale del popolo nuragico.
L’ esposizione – rielaborazione di quella sarda “Simbolo di un simbolo”, inaugurata nell’ ottobre del 2012 nel piccolo centro di Ittireddu (Ss), finanziatore dell’ evento, e poi ospitata al Museo “G. A. Sanna” di Sassari fino al 30 novembre 2013 – è corredata da un catalogo, che accoglie i contributi di numerosi studiosi e approfondisce le tematiche presentate in Mostra.
Durante la giornata inaugurale il pubblico potrà rivivere le antiche atmosfere musicale sarde fin dalla mattinata, grazie alle esibizioni del coro polifonico sardo Associazione culturale coro di Ittireddu diretto dal maestro Silvio Bossi e del gruppo folk “Santu Jagu” di Ittireddu.
L’ iniziativa, promossa dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell’ Etruria meridionale e dal Comune di Ittireddu, sosterrà la popolazione della Sardegna colpita dall’ alluvione attraverso la Caritas – Parrocchia Nostra Signora De La Salette di Olbia (IBAN IT 42 M 03359 01600 100000069823, causale: EMERGENZA ALLUVIONE OLBIA).
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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