Anche questa settimana che volge al termine si chiude con i numeri dei sondaggi. Che questa volta sconfinano oltre l’analisi politica. Infatti essendosi concluso il primo mese di pontificato dell’argentino Bergoglio, l’istituto Ipr – che ha intervistato il 10 aprile un campione di mille italiani rappresentativo per età, sesso e area di residenza – ha reso nota l’ascesa del livello di fiducia nei confronti del nuovo Papa: Francesco I riscuote la fiducia di quattro italiani su cinque (84%, ben 11 punti in più in trenta giorni ) e conquista anche i non cattolici (62%). Con la conseguenza che la maggioranza assoluta degli italiani (50%) si sente più vicina alla Chiesa da quando a guidarla è proprio il Papa “preso quasi alla fine del mondo”. Tra i non cattolici sono quasi 2 su 10 (il 18%) coloro che si sono avvicinati grazie alla figura del nuovo Pontefice. E se Papa Francesco con il suo carisma e le sue scelte in un solo mese pare avere fatto miracoli, altrettanto non può dirsi dei nostri politici, quelli ancora a capo di un governo che si è dimesso a dicembre e che non è stato riconfermato dal risultato elettorale di 46 giorni fa. E neanche quelli ai quali il voto uscito dalle urne ha assegnato una vittoria risicata al punto che non sono stati in grado di trovare l’accordo per affrontare almeno i problemi che rischiano di affossare ulteriormente il Paese. Al 45 percento degli italiani piace l’ ipotesi di un accordo tra Bersani e Berlusconi. Ipotesi che vede il segretario del Pd ancora reticente, mentre il Cav rilancia l’esecutivo di larghe intese come ‘conditio sine qua’ altrimenti l’appoggio ad un capo dello Stato nominato dal Pd verrebbe a decadere. Ma sulle “larghe intese” è invece d’accordo solo il 20% della percentuale favorevole ad un B+B: secondo il sondaggio che Swg ha realizzato per ‘Agorà’ di Rai Tre nei giorni 9 e 10 aprile su un campione di 1500 soggetti maggiorenni intervistati online, tra le cose da fare al più presto rimane ancora la modifica della legge elettorale per poi tornare alle urne. Il 45% di gradimento all’ accordo Berlusconi-Bersani è in gran parte alimentato dagli elettori di centrodestra, favorevoli all’ 83 percento. L’ idea invece nel centro sinistra piace solo al 28 percento e ancor meno a quelli del Movimento 5 Stelle, favorevoli al 19%. Tornando agli scenari del dopo voto, la classifica, dopo l’ opzione ” modifica della legge elettorale e ritorno al voto” (37%), vede nell’ ordine: un governo Pd-M5S (21%), un governo di larghe intese (20%), un governo Pd con appoggio esterno Pd-Lega (10%), tornare al voto con l’ attuale legge (7%), governo tecnico (5%). Per lo stesso campione di intervistati Emma Bonino resta la prima nella corsa al Colle, con il 16% dei voti, seguita con l’8% da Gianni Letta. Con un punto di distacco (7%) seguono a pari merito Berlusconi, Prodi e Rodotà. Hanno raccolto gradimento anche il premier uscente Mario Monti (5%) e l’ attuale Capo dello Stato, Giorgio Napolitano (4%), mentre il ministro Severino e Gustavo Zagrebelsky si attestano al 3%. Seguono Pietro Grasso e Marcello Pera, entrambi al 2%; infine Massimo D’ Alema, Franco Marini e Giuliano Amato chiudono la classifica a pari merito con l’ 1%. Spicca ancora una volta, come nei sondaggi delle settimane precedenti, la percentuale di coloro che non vorrebbe nessuno di questi nomi al Quirinale, al 19%. Le scelte dei ‘grillini’ ovviamente non rientrano nelle percentuali sopra riportate avendo loro indetto le ‘quirinarie’, ovvero il referendum online per indicare il nome prescelto. Referendum i cui risultati sono completamente differenti: primeggia Stefano Rodotà, seguito da Gino Strada. E c’è la giornalista Milena Gabanelli del ‘Report’ domenicale, e poi Gian Roberto Casaleggio, Dario Fo, Gustavo Zagrebelsky e Ferdinando Imposimato.
Ma chi di rete ferisce, di rete perisce. Ed è così che le ‘ quirinarie’ del M5S sono state annullate per un attacco hacker al sito di Beppe Grillo. Lo stesso sul suo blog spiega che “è stata riscontrata una intrusione esterna durante il voto. Abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi con nuovi livelli di sicurezza”.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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