Ignazio Marino, un sindaco sull’orlo di una crisi di nervi. Tanto da rispondere in maniera stizzita ad una cittadina romana che protesta per la sporcizia: “Provi a connettere i due neuroni che ha, e a farli funzionare”. Il contesto è quello della cerimonia del settantaduesimo bombardamento di San Lorenzo, ieri. La vicenda è documentata anche dalle telecamere che inquadrano la donna che avvicina il sindaco per dirgli: “La città è sporca, ed è una buffonata che lei venga qui stamattina dopo che hanno spazzato perché sapevano del suo arrivo. Venga domani”, aggiungendo poi: “Questa città fa schifo”.
La signora in questione ha un nome e un volto: si chiama Lucia Rinaldi, pensionata e nonna. Il giorno dopo la dimostrazione di ‘stile’ del primo cittadino della Capitale, si sente ancora offesa e minaccia: “O scuse, oppure querelo”. Sulle scuse si accettano scommesse, dal momento che Marino come al solito ha imbrogliato le carte tirando in bacco con i giornalisti l’ipotesi di un battibecco nato tra lui e l’inquilina di San Lorenzo su quello che è accaduto nelle rispettive famiglie all’epoca del bombardamento dei quartiere romano.
Gli insulti del primo cittadino diventano rapidamente argomento di dibattito. “E’ pure misogino“, commenta Alessandro Onorato, capogruppo della lista Marchini in Campidoglio, con un twitter: “Marino ci riserva sempre delle sorprese: ora abbiamo anche il Marino misogino”.
Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra, uomo molto diretto e senza peli sulla lingua, fa notare in una nota che: “Il Sindaco di Roma dovrebbe avere più rispetto per chi lo contesta. Indossare la fascia tricolore significa dover rispondere anche delle critiche. Dire a una signora che deve ‘connettere i due neuroni’ è un insulto detto da un cafone. Per di più, a una donna. Per di più con i capelli bianchi. Ce ne facciamo assai delle belle parole dell’8 marzo o delle donne in giunta se poi, Ignazio, non sai tenere a freno la lingua. Sei un cafone ipocrita. Questa arroganza spiega solo la sua inadeguatezza su tutto. Va’ a casa che è meglio”.
Una tirata d’orecchie a Marino arriva anche dal Pd: “Sindaco, quella fascia obbliga al rispetto di tutti i cittadini”, è stato infatti il commento di Patrizia Prestipino, membro della direzione nazionale del Pd ed ex presidente di municipio a Roma.
Il sindaco Marino si è beccato del ‘cafone’ anche da esponenti politici, a partire da Daniela Santanché che ha aggiunto: “Come si permette di offendere in modo indegno una donna che giustamente l’ha contestato perché Roma è sporca? Piuttosto faccia un bel ‘mea culpà, chieda scusa e prenda atto del fallimento del suo mandato”.
Anche Barbara Saltamartini, deputato della Lega Nord, ha voluto esprimere la sua indignazione chiamando il PD alle sue responsabilità: “Invece di cambiare giunta il PD dovrebbe iniziare a pensare anche a cambiare anche sindaco, perché il marziano Marino, dalle reazioni che ha avuto a San Lorenzo, dimostra di essere sull’orlo di una crisi di nervi”.
Che Ignazio Marino non sia il massimo dell’eleganza e dell’educazione, che eluda perfino le domande che riguardano la sua inefficienza rispondendo con argomentazioni tirate fuori dal cilindro, lo sappiamo bene. Lo sanno i giornalisti, quelli ad esempio che hanno assistito ad una sua sbandata in bici e sono apostrofati in malo modo in quanto la mancata caduta era dovuta al loro intralcio. Lo sa il collega al quale ha dato del ‘poveraccio’ (la notizia è circolata solo su Facebook) perché perde le sue giornate in attesa di una deliberazione o almeno di una dichiarazione che completi il suo articolo. Mentre lui, il sindaco, tiene a sottolineare che lo stesso tempo di presunta inattività del giornalista lo passa a lavorare e a produrre. Lo sanno tutti i romani che hanno sotto gli occhi lo scenario indecoroso e inaccettabile di una città in decadimento progressivo, soprattutto dal 2013, ovvero nei due anni dell’era Marino. Sono gli stessi che colgono la prima occasione per contestarlo: ultimamente è successo ai funerali della signora filippina uccisa a Boccea, come anche alla stazione della Metro A dove il piccolo Marco ha perso la vita cadendo nella tromba dell’ascensore. Anche lì Marino si è beccato un bel ‘buffone’.
Un consiglio al sindaco di Roma (che fa davvero schifo): si dia una mossa per mettere ordine in questa città perché già due anni buoni del suo mandato sono stati bruciati. Il tempo stringe e il rischio per lui di altri insulti da parte dei cittadini sempre più esasperati è alto. Altissimo.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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