Fino ad oggi Venezia non disponeva ancora di una Moschea nonostante i ventimila Musulmani presenti nella città. Così ci ha pensato la Biennale arte 2015 in occasione della quale l’artista svizzero Christoph Büchel, chiamato ad allestire il padiglione dell’Islanda, è riuscito a trasformare la chiesa di Santa Maria della Misericordia in una vera e propria Moschea, per la gioia dei tanti Veneziani musulmani. L’opera è stata intitolata “The Mosque: the first mosque in the historic city of Venice” e se si pensa al titolo della mostra, All the World’s Futures, l’intento polemico non è certo latente. D’altro canto l’artista stesso, Büchel, non è nuovo a provocazioni di questo genere e le sue opere non mancano di denunciare le contraddizioni ideologiche e le ingiustizie sociali dei nostri tempi, come capitalismo, consumismo, conservatorismo religioso e simili. Perciò utilizzare una chiesa per rivendicare la necessità di un luogo di culto di una minoranza religiosa è parsa un’occasione davvero molto ghiotta. La Chiesa di santa Maria della Misericordia si è così riempita di tappeti e scritte del Corano, altare e decorazioni cristiane sono stati coperti e al loro posto sono stati allestiti un candido mihrab, la nicchia che indica la direzione de La Mecca, e un minbar, pulpito dal quale l’Imam pronuncia la khutba, con tanto di illuminazione tradizionale. Se nulla osta per sette mesi la chiesa sarà la Moschea del Cannaregio. Ma qualche impedimento c’è. La chiesa di Santa Maria della Misericordia infatti, sebbene non sia più utilizzata come luogo di culto dal 1969 e sia stata privatizzata nel 1974, rappresenta pur sempre un patrimonio storico di arte sacra cristiana in stile gotico risalente al XII secolo il cui valore non può essere trascurato. Il Patriarcato di Venezia rivendica infatti il diritto di autorizzare o meno un cambio di destinazione di culto mentre il Comune di Venezia ha richiesto ai referenti del padiglione islandese la documentazione “dell’effettiva riduzione ad uso profano dell’edificio”. C’è poi un altro problema di natura tecnica. Di fatto l’allestimento di Büchel, oltre che chiesa, moschea e opera d’arte costituisce innanzitutto, almeno per il momento, il padiglione di una mostra e pertanto le modalità d’ingresso ad esso, compreso l’abbigliamento, non possono essere difformi da quelle degli altri padiglioni aperti al pubblico. Così se entro il 20 maggio non saranno assicurate le debite autorizzazioni, la Moschea, almeno come luogo culto, con tutte le sue aspettative di preghiera rischierà di chiudere.
Vania Amitrano
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