Mare, magnifiche piazze, chiese barocche di pietra bianca, ville con pesanti tendaggi che separano ampi saloni affrescati, campagne dell’entroterra, armenti. Una vita arcaica che si sposa con la testimonianza di fasti passati. Memoria viva, culla della nostra civiltà, ecco lo scenario di questa fortunata serie televisiva che attira il pubblico più vasto. Qui vengono celebrati i drammi e i misteri della vita umana: un ordine ontologico spezzato dall’omicidio, dalla sopraffazione del più forte sul più debole, dalle passioni umane che si scatenano. Salvo Montalbano vive il suo lavoro come una missione: ripristinare quell’ordine antico stabilito su leggi “non scritte” come direbbe l’Antigone di Sofocle. Un personaggio affascinante creato dalla penna di un grande scrittore contemporaneo.
Dalle primissime puntate, “Il Commisario Montalbano” ha convinto subito critica e pubblico. E’ un prodotto che esprime l’eccellenza italiana, che si nutre di una cultura forte ancora viva in un Sud con tanti problemi, ma non ancora globalizzato. Il linguaggio narrativo è nuovo rispetto a quei cliché su cui si è cimentata tanta produzione televisiva. La Sicilia non è solo mafia, ci voleva Camilleri per ricordarcelo.
Anche quest’anno il pubblico ha accolto con entusiasmo la notizia del ritorno di Montalbano. Siamo alla decima edizione. Due episodi in onda su Rai Uno, il 29 febbraio e il 7 marzo. “Una faccenda delicata” e “La piramide di fango”, diretti da Alberto Sironi. Le storie arrivano dalle raccolte “Un mese con Montalbano” e “Gli arancini di Montalbano”. Si riconferma anche la produzione: Palomar e RaiFiction.
«Il segreto del successo di Montalbano? Un signore che si chiama Andrea Camilleri e che ha un mondo interiore fanciullesco sedimentato in uomo di 90 anni» spiega Zingaretti «Non sono storie poliziesche ma metafore tramite le quali un intellettuale spiega la sua visione del mondo. Camilleri ha creato un personaggio che è estremamente seducente».
Montalbano non piace solo agli italiani, (10 milioni di spettatori), ha conquistato ben sessantacinque paesi stranieri, dall’America all’Australia.
Perfino le repliche incassano un alto numero di spettatori, i gialli non sono banali, non è facile memorizzare gli step complessi, come complesso e affascinante è l’universo umano su cui si indaga.
A Palermo, via Siracusa sarà dedicata a Elvira Sellerio, l’editrice che ventidue anni fa ebbe l’intuizione di trasformare in film i romanzi dell’autore siciliano. Una parte di merito va anche a lei.
Dopo la serie “Il Giovane Montalbano”, ora amiamo ancora di più il Montalbano maturo. Il pre-sequel ci ha raccontato meglio il dramma di un’infanzia vissuta lontano dai genitori, e la sua storia d’amore con Livia, quest’anno interpretata da Sonia Bergamasco.
Chi è dunque Montalbano? E’ ancora Luca Zingaretti a spiegarcelo:
«In questi anni l’Italia è cambiata tantissimo però Montalbano conserva la sua identità, pur assumendo atteggiamenti diversi rispetto a quello che gli è capitato intorno, è un uomo che ha trovato se stesso e il suo equilibrio. Non ha la smania di comprare l’ultimo modello di telefonino, ha una vecchia macchina, i soldi non sono la sua priorità: gli basta la sua casa da dove vede il mare, la fedeltà dei suoi uomini e Livia».
Anche per questo “Il Commissario Montalbano” 2016 sarà sicuramente un nuovo, grande successo.
Esperta in tecniche di comunicazione, di scrittura e sceneggiatura, ho collaborato come autrice e consulente editoriale con la Rai e con strutture di produzione cinematografica e televisiva (Lux Vide, Titania Film, Ae Media Corporation), per le quali ho firmato numerosi soggetti di serie e consulenze editoriali. Sono autrice anche romanzi e saggi di critica televisiva
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