Giovedì 13 marzo presso la Basilica Santa Maria in Cosmedin, a Roma in piazza della Bocca della Verità alle ore 18, si terrà il convegno dal titolo “Il destino dei cristiani di Siria”.
Relatori del convegno saranno: Giuseppe Fort, archeologo medievista – rettore dell’Accademia templare (tema: Storia dei Cristiani d’Oriente); Mons. Mtanious Hadad B.S., Archimandrita e Rettore della Basilica Santa Maria in Cosmedin (tema:Siria ieri. Siria oggi! Siria domani?); Stelio W. Venceslai, Gran Priore dell’O.S.M.T.H. (tema: Tra un destino possibile ed uno impossibile. Ridisegnare il Medio Oriente).Il dibattito sarà moderato da Alessandro Moriccioni, regista e scrittore.
Proprio ieri, 9 marzo, dopo tre mesi di prigionia, sono state liberate le 13 suore libanesi, rapite all’inizio di dicembre scorso nel loro convento di Santa Tecla a Maaloula, in Siria. In cambio del loro rilascio il regime di Bashar al-Asad libererà 153 attiviste antigovernative rinchiuse nelle carceri siriane. Le religiose sono state trattenute nelle montagne della zona di Qalamun dalla “Jabhat al-Nusra”, una delle principali milizie islamiste che in Siria combattono contro il regime di Damasco. Le suore, in realtà, sono sempre rimaste in contatto con i rappresentanti della chiesa ortodossa siriana e hanno sempre confermato la versione della “Jahbat al-Nusra”: non un rapimento ma una custodia. Pare che a condurre la negoziazione per il rilascio delle religiose sia stata da un lato l’intelligence libanese, più vicina al regime siriano, e dall’altra il Qatar, uno dei protettori e finanziatori della Jabhat al-Nusra.
La questione dei cristiani in Siria, dove fino ad oggi hanno convissuto 7 etnie e 17 fedi religiose diverse, è un tema molto caldo del quale mons. Haddad ha parlato a lungo dipingendo un quadro ben diverso da quello offerto dalla grande maggioranza dei media occidentali, per non parlare di televisioni come Al Jazeera e le organizzazioni di “attivisti” anti-Damasco. Da quest’intervista esce un quadro molto diverso da quello dipinto dalla maggior parte dei media internazionali. Mons Haddad è siriano, archimandrita della Chiesa cattolica greco-melchita.
La Siria è una culla della cristianità – ha detto mons. Hadad alla rivista – I cristiani e gli ebrei sono lì da ben prima dell’islam. Dopo 600 anni sono arrivati anche i musulmani. Un mosaico religioso, ben vissuto e ben accettato, che è diventato una ricchezza. Prima di questi ultimi 32 mesi, “maledetti” (mi scuso del termine, ma è così), la Siria era un esempio della convivenza e convivialità tra cristiani (cattolici, ortodossi, protestanti), musulmani e comunità ebraiche. Come prova di quanto affermo, ricordo che, da tanti anni, il governo ha cancellato la voce “religione” dalla carta d’identità, cosa impensabile negli altri paesi arabi. Così, al momento di iscriversi all’Università, nessuno ti chiederà quale sia la tua fede. Ma c’è di più. Nelle scuole pubbliche, che sono gratuite, pure le differenze sociali tra ricchi e poveri sono state azzerate introducendo per ogni studente la stessa uniforme. Anche in questo modo il governo ha aiutato tutti noi a essere semplicemente cittadini siriani. Io sono orgoglioso di essere siriano».
Secondo il prelato siriano, quella siriana è una guerra importata…
Per abbattere il governo sono arrivati in Siria combattenti jihadisti da 17 paesi! Si parla di 80-100 mila uomini armati stranieri nel paese. Sono mercenari, jihadisti per vocazione o fanatici. Un esempio. Sono arrivati nella bellissima Aleppo, città di cultura e commerci, e si sono impossessati di un quartiere. Ebbene, questi personaggi hanno imposto la sharia nella zona conquistata. Hanno usato le persone come scudi umani, hanno ucciso bambini davanti ai familiari”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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