Riviste ancora al ribasso le stime di crescita dell’Italia. Secondo il Fondo monetario internazionale, il nostro PIL crescerà dell’1,0% nel 2016 e dell’1,1% nel 2017.
“La crescita è stata più lenta del previsto in Italia”, si legge nel rapporto del FMI. Le stime precedenti, risalenti a gennaio scorso, ipotizzavano una crescita del PIL rispettivamente dell’1,3% e dell’1,2%.
Nel caso particolare del nostro Paese, le nuove previsioni del FMI correggono al ribasso anche i dati contenuti nel Documento di programmazione economica e finanziaria stilato dal governo. Nel DEF la crescita prevista per il 2016 è dell’1,2%, quella per il 2017 è dell’1,4%.
In effetti, le stime di crescita del FMI sono state tagliate anche a livello globale. Secondo gli economisti di Bretton Woods, il PIL del pianeta crescerà del 3,2% quest’anno, del 3,5% il prossimo, quote leggermente più basse rispetto alle previsioni di gennaio, che le davano al 3,4% e al 3,6%.
Fra i giganti dell’economia mondiale, l’unico in controtendenza è la Cina, che cresce più di quanto ci si aspettasse. Nel 2016 e nel 2017 il PIL di Pechino dovrebbe crescere del 6,5% e del 6,2%, contro il 6,3% e il 6,0% delle ultime stime. Stabile al 7,5% la crescita dell’India. In recessione il Brasile – -3,8% nel 2016, nessuna variazione prevista per il 2017 – mentre la Russia, che quest’anno dovrebbe perdere l’1,8%, dovrebbe invertire la tendenza l’anno prossimo e tornare a crescere dello 0,8%.
“La ripresa globale continua, ma sempre più lenta e fragile”, scrive il FMI. “Con l’aumento dei rischi al ribasso per la crescita e la debolezza dei prezzi delle commodity, c’è un aumento dei rischi di deflazione nell’area euro, in Giappone e negli Stati Uniti”. Nell’Eurozona questo rischio si attesta al 35% – un anno fa era meno del 30% –, in Giappone al 20%, negli USA al 10%. Il Giappone ha più ragione di temere la recessione, al 40% di probabilità contro il 35% dell’Eurozona e il 25% degli USA.
Sull’Europa pesa l’incognita del Brexit. L’uscita del Regno Unito dall’Unione potrebbe creare “seri danni a livello regionale e globale”. La prospettiva incombe anche sulle altre economie UE, con la crescita di Italia, Francia e Germania che resterà “modesta”.
Altra nota dolente del rapporto FMI è l’instabilità provocata dalle guerre civili in Medio Oriente, come quella siriana, con il corollario della crisi dei rifugiati: un “disastro umanitario” che mette a dura prova “la capacità dell’Unione Europea di preservare i confini aperti al suo interno, con l’incidenza del terrorismo che aumenta”.
Nel caso italiano, il FMI si mostra meno ottimista del DEF su tutti gli indicatori. Quest’anno il deficit crescerà ancora dal 2,6% dal 2,7%, mentre dovrebbe scendere all’1,6% nel 2017. Le percentuali previste nel DEF sono del 2,3% per il 2016 e dell’1,8% per il 2017. Il deficit strutturale sara’ dell’1,8% nel 2016 e dello 0,8% nel 2017.
Secondo le tabelle del World Economic Outlook, il debito pubblico italiano salirà nel 2016 al 133,0% del PIL, dal 132,6% del 2015. Anche in questo caso l’inversione di tendenza è rimandata al 2017, quando secondo il Fondo scenderà al 131,7%. E anche in questo caso le stime del DEF sono più ottimistiche: prevedono un calo già nel 2016, anche se di entità minima – dal 132,6% al 132,4% – per poi scendere ancora al 130,9% nel 2017.
Secondo le previsioni di più lungo termine, il rapporto debito/PIL si attesterà sul 121,6% nel 2021.
A scendere invece è il tasso di disoccupazione, senza però abbassarsi sotto la soglia psicologica del 10%. Dall’11,9% del 2015 si arriverà all’11,4% nel 2016 e al 10,9% nel 2017. Per tutto questo periodo il tasso di disoccupazione italiano rimarrà superiore alla media dell’Eurozona, che si dovrebbe attestare intorno al 10,3% nel 2016 e al 9,9% nel 2017.
F.M.R.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy