Le danze con il presidente Napolitano le aprirà, venerdì 8 marzo, Silvio Berlusconi. Nei giorni successivi toccherà al leader del centrosinistra Bersani, mentre per il “signor Grillo Giuseppe” tutto è nelle mani di Dio. In quanto il leader di M5S non ha ancora fatto manifestazioni di interesse per l’invito del presidente del Consiglio Monti il quale non nasconde le sue preoccupazioni in vista del vertice UE del 14 marzo, quando gli altri leader europei chiederanno al nostro paese se siamo ancora in grado di esprimere “in tempi accettabili” una nuova maggioranza, un nuovo governo, ed un nuovo presidente della Repubblica. In attesa di risposte e prime mosse concrete, sono melina e pretattica a farla da padrone sulla scena. I continui no di Grillo cominciano a preoccupare seriamente. Il leader degli antisistema ha infatti già chiuso la parta in faccia al Pd e all’eventualità di un governo tecnico, un Monti bis. Servono, ha fatto sapere Grillo, una maggioranza ed un governo politico con un Parlamento nel pieno delle sue funzioni che esprima la massima carica dello Stato.
Ed in attesa di novità, continua il dialogo a base di sberle tra Pdl e Pd: un partito che appare sempre più diviso sulle scelte da fare.
E mentre Renzi, fortemente critico nei confronti di Bersani, incontra Monti a Palazzo Chigi, nello schieramento democratico lievitano malumori, mal di pancia e voglia di mandare tutto all’aria. Tensioni che il pressing di Berlusconi su Bersani non fanno altro che aggravare la situazione di ora in ora.
Ma tutto questo avviene, è bene ricordarlo (e anche Grillo dovrà prima o poi prendere atto), mentre la situazione economica e sociale si fa sempre più critica. A confermare il pessimo stato di salute dell’azienda e della famiglia Italia sono arrivati i dati di Bankitalia che avverte: “ i redditi non bastano più per sopravvivere”.
Il 65% delle famiglie naviga tra difficoltà crescenti, mentre la crisi, a giudizio di palazzo Kock, ha “comportato una riduzione della propensione al risparmio” delle famiglie italiane. Un tasso di oculatezza e prudenza sceso tra il 2008 al 2010 dal 12,1% al 9,7%.
Nel 1991 quella vocazione da formiche che ha fatto risorgere il Paese dai momenti più duri della sua storia era pari al 24% circa, un dato che rapportato ai drammatici problemi che oggi vivono le fasce più deboli, non necessita di alcun commento.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy