L’ha avuta Rafael Nadal perché “la storia del Roland Garros non si potrebbe scrivere senza di lui“. Poi il cantautore astigiano Paolo Conte, lo chansonnier della Francia che Parigi considera “il nostro Cavaliere preferito…”. Prima ancora il grande stilista Gianni Versace, assassinato a Miami nel 1997, il quale fu insignito della Grand Medaille de Vermeil da Jacques Chirac in persona, allora capo di stato francese.
La lista di questa ambita onorificenza che dal 1911 viene assegnata dal sindaco di Parigi, suproposta dai membri elettivi del Consiglio o delle associazioni della capitale francese, a chi si sia distinto per professionalità e impegno – anche i tifosi irlandesi, che si sono comportati in maniera impeccabile durante un confronto calcistico in terra francese l’hanno ricevuta – è molto, molto lunga. Anche perché di questo riconoscimento esistono ben cinque livelli: bronzo, argento, oro, vermiglio (rosso) e gran vermiglio. Perfino ai centenari viene assegnata (automaticamente) e alle coppie di sposi che arrivano a festeggiare le nozze d’argento, d’oro e oltre.
Come ci sia arrivata la capitana Carola Rackete, cui la sindaca spagnola naturalizzata francese Ana María Hidalgo Aleu, prima cittadina di Parigi dal 2014, ha voluto riconoscere la Grand Vermeil non si capisce. Per più ragioni. Sappiamo tutti ormai che Carola è l’eroina del Mediterraneo. E’ colei che con la Sea Watch3 , battente bandiera olandese, mentre pattugliava il mare davanti le coste africane ha intercettato e soccorso 52 persone su un gommone a circa 47 miglia da Zawiya, città a Nord-ovest della Libia.
E’, dunque, il salvataggio dei migranti a proporla e promuoverla per un riconoscimento cui tiene tutta la Francia. Ma il recupero è avvenuto nel mar Mediterraneo, e lo sbarco in un porto italiano, Lampedusa, nonostante sulla rotta ci fosse molte miglia prima l’isola di Malta e la possibilità di approdare lì se non avessero risposto picche. La Francia ed in particolare Parigi sembrerebbe quindi estranea alla vicenda, soprattutto perché – da ciò che emergerebbe – il porto di Marsiglia (francese) avrebbe ignorato, nella migliore delle ipotesi, le due richieste di aiuto inviate per email dalla SeaWatch3.
Si tratta, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini commentando il riconoscimento alla Rckete, di una
“ipocrisia francese: premiano la comandante tedesca come fosse un’eroina, ma proprio Parigi non aveva risposto alle sue richieste di aiuto. I francesi si schierano con una ong che fa politica in Italia e con una persona che ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza mettendo a rischio la vita dei militari italiani, come il piu’ facinoroso dei gilet gialli”.
Sono passati diversi giorni da quel soccorso nella zona Sar della Libia – era il 12 giugno – e Carola Rackete non considerando sicuro l’approdo offerto da Tripoli punta su Lampedusa, nonostante i divieti del ministro Salvini che minaccia di non farli sbarcare neanche a Natale. Poi, la sera del 30 giugno, l’epilogo con un atto di forza da parte della Sea Watch3 che entra nel porto dell’isola investendo la motovedetta della Guardia di Finanza che voleva impedirglielo.
La comandante viene portata a terra e posta agli arresti domiciliari. Sarà poi il Gip di Agrigento, Alessandra Vella, a rimetterla in libertà abrogando di fatto il decreto Salvini sulla sicurezza. Il giudice si è affidato allo scudo di immunità dell’ articolo 51 del codice penale che riconosce una “scriminante” a chi ha agito “all’adempimento di un dovere”, nella fattispecie quello di “salvare vite umane in mare”. Senza contare che in questo modo, come “i porti chiusi diverrebbero una dichiarazione di principio e nulla di più” e di fatto, come ha commentato criticamente Il Tempo “la magistratura autorizza a violare i confini nazionali disinnescando le conseguenze sanzionatorie con l’alibi dell’adempimento del dovere”. Come accade con i Vigili del fuoco che sfondano un portone violando un domicilio privato nel tentativo di spegnere un incendio.
Certo, ricevere una lezione giuridica e morale dai cugini francesi: gli stessi che hanno, appunto, respinto le richieste di aiuto della Sea Watch3; che ci rimandano indietro i migranti attraverso Ventimiglia; gli stessi che hanno distrutto la Libia bombardandola, destituendo l’unico che la teneva unita da oltre 40 anni, il colonnello Gheddafi, e contribuendo alla formazione dell’attuale diarchia Haftar-Serraj e ad una lunga interminabile guerra civile…Certo, dicevamo, è proprio difficile accettare anche solo una medaglia, anzi due visto che verrà premiata anche l’altra comandante della Sea Watch Pia Klempt. E che medaglia: la Grand medaille Vermeil che vuole simboleggiare “la solidarietà e l’impegno di Parigi per il rispetto dei diritti umani”. Un “rispetto dei diritti umani”, per i francesi, l’ipotesi di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” per la Procura di Agrigento.
Pere dirla con le parole di uno dei finanzieri in servizio. a bordo della motovedetta speronata durante il blitz della Sea Watch3 per attraccare al porto di Lampedusa: “Il mondo va al contrario. Chi viola la legge diventa un’eroina e chi ha difeso la patria tra un po’ passa per delinquente“.
“Basta ingerenze”
Fuori dall’ambasciata francese in questa seconda domenica di luglio, festa nazionale per la Francia che ricorda la presa della Bastiglia, c’è una parte di Italia che protesta per le continue ingerenze d’Oltralpe: “Macron ci chiede di fare una politica sull’immigrazione diversa e cioè sostenere l’invasione che continua dalla Libia”, dice Lollobrigida, uno degli esponenti di Fratelli d’Italia promotori dell’iniziativa, che giudica “grave provocazione” anche la proposta di cittadinanza onoraria per Carola Rackete.
Ma le ingerenze non arrivano solo dal confine nord-ovest dell’Italia. Vengono dalla Chiesa, anche se il suo doveroso compito è richiamare alla solidarietò e alla fratellanza tra tutti gli esseri umani. E arrivano continue da sinistra, Pd affini e affiliati, che citano perfino il diritto alla navigazione senza in realtà conoscere cosa prescrive: la convenzione internazionale di Montego Bay prevede ad esempio il salvataggio in mare come fatto occasionale, facendo distinzione fra il passaggio in mare inoffensivo e il passaggio pregiudizievole per la pace e la stabilità di una nazione. E tra le ipotesi di passaggio pregiudizievole vi è proprio il trasbordo di esseri umani clandestini. Dunque, come la mettiamo con queste Ong che vanno a prelevare i migranti a poche miglia dalle coste libiche per sbarcarli possibilmente nei nostri porti?
Questo il caso proprio della Sea Watch3, che con la manovra di ‘salvataggio’ di un gommone non alla deriva ha di fatto aquisito clandestini gestiti da trafficanti d’uomini. In questo modo Carola Rackete si è resa complice di trafficanti di esseri umani: se anche volessimo riconoscere la buona fede nella sua azione, ricordiamo che di buone intenzioni è lastricato l’inferno. E in un inferno questa gente, i trafficanti di uomini, vorrebbe trasformare il nostro Paese.
Alessandra Binazzi
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