Negro, nero, di colore, per indicare e caratterizzare una persona in base alla pelle, sono termini usati fino agli anni Settanta quasi come sinonimi e con significato molto simili. Poi, negli anni Novanta, la distinzione con l’attribuzione alla parola ‘negro’ di una connotazione dispregiativa, offensiva, discriminante. Di qui la sostituzione di quella sorta di vituperio con ‘nero’ o ‘di colore’, termini sui quali il dibattito è pero’. ancora aperto: il nero, ad esempio, si ritiene non privo di ambiguita’. Quando usato come sostantivo per identificare una persona rischia anch’esso di creare una categoria approssimativa, basata soprattutto sul contrasto cromatico, mentre se usato come aggettivo puo’ essere ridondante. Un esempio: “Siamo stati serviti dal cameriere nero”. Il punto è che sarebbe meglio specificare il colore della pelle solo se effettivamente necessario ai fini della comprensione del messaggio o dell’informazione che si vuole trasmettere.
Elucubrazioni a parte, o forse comprese considerate le decisioni da attuare a cominciare da subito, il Rijksmuseum di Amsterdam ha deciso di cambiare il titolo a 300 dei suoi quadri e disegni per evitare parole considerate ormai scorrette. Tra queste, appunto, il ‘negro’ di cui sopra.
Il celebre museo olandese, che conserva capolavori di Johannes Vermeer e Rembrandt, ha messo il programma gia’ da quesr’anno, un aggiornamento delle didascalie di migliaia di opere d’arte che risentono dell’influsso della “mentalità coloniale” tra l’Otto e il Novecento e che oggi risultano contenere parole considerate offensive, razziste o sessiste.
Nel giro di due o tre anni saranno “corretti” tutti i titoli di migliaia di opere, molte delle quali fanno parte della vasta collezione asiatica e africana giunta al Rijksmuseum come eredità dell’impero coloniale olandese.
E’ la prima volta che un museo europeo decide di ribattezzare i titoli dei suoi quadri.
“Abbiamo trovato finora 132 descrizioni con la parola ‘negro’ e sarà facile a nostro parere cambiare il titoloai quadri che recano questa dicitura”, ha detto Martine Gosselink, una delle curatrici del Rijksmuseum. Sarà più difficile trovare un’altra parola per sostituire, ad esempio, “ottentotto”, con cui gli olandesi nel XIX secolo chiamavano un indigeno dell’Africa meridionale.
“Oggi è una parola insultante, che presto cancelleremo”, ha precisato Gosselink. A titolo esemplificativo un quadro del pittore olandese Simon Willem Maris (1895-1922) ha già trovato il suo nuovo titolo: da “Giovane negra” diventerà “Ragazza con il ventaglio”.
Il Museo Statale di Amsterdam sbianchetterà non solo i vari ‘negro’ reperiti su titoli e didascalie, ma anche parole come “selvaggio” e “nano”. All’insegna di quel ‘politically correct’ che prescrive atteggiamenti di estremo rispetto verso tutti. Atteggiamenti che devono essere esenti, sia nella forma linguistica che nella sostanza, da pregiudizi razziali, etnici, religiosi, di genere, di età, di orientamento sessuale o relativi a disabilità fisiche o psichiche della persona.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy