«La crisi greca non sarà l’ultima, in Europa». Lo ha detto il Premio Nobel per l’Economia 2014, Jean Tirole, ieri, giovedi 19 marzo, nella sua lectio magistralis all’Università Luiss Guido Carli, che gli ha conferito la Laurea Honoris Causa, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. Hanno presenziato, insieme al rettore Massimo Egidi e al direttore generale generale Giovanni Lo Storto, anche il ministro Pier Carlo Padoan e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
Tirole, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento per gli studi sulla regolamentazione del mercato e la trattazione analitica degli incentivi sul lavoro in rapporto alla motivazione, è direttore della Fondazione Jean-Jacques Laffont alla Toulose School of Economics.
«La Grecia ha un debito non sostenibile a lungo termine e potrebbe dover uscire dall’Euro», con un rischio di ffetto domino o, comunque, di panico collettivo, ha detto l’economista francese.
A giudizio del neo-laureato d’onore, molto è stato fatto, dall’Unione Europea, per contenere i danni ed evitare l’effetto “contagio”: l’Unione bancaria e i cosiddetti QE – Quantitative Easing, azioni di salvataggio con l’immissione di liquidità nel sistema economico finanziario. Tuttavia, l’intero sistema di economia finanziaria è messo in discussione e «la Troika, in particolare il Fondo monetario internazionale, ha un problema di cattiva reputazione pubblica».
Ancora molto si potrebbe fare, per esempio, migliorando il sistema di incentivi fiscali. Ma, soprattutto, per l’economista industriale, l’Europa si trova ad un bivio: continuare sulla via di Maastricht, del Fiscal Compact e dell’Austerità, oppure, intraprendere la strada federalista, per una maggiore condivisione del rischio, con un bilancio comune europeo come stabilizzatore automatico, l’assicurazione sui depositi e l’emissione di Eurobond. La domanda è se i singoli Stati siano pronti ad intraprendere questa strada, che significa omogenizzazione delle regole di mercato, di lavoro e di convivenza e una cessione di sovranità nazionale.
Per il Nobel per l’Economia, potrebbe essere questa una soluzione per recuperare la sperequazione tra Stati ricchi e Stati poveri, tra Nord e Sud.
Emanuela Bambara
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