La storia dell’anziano al mare accanto alla foto della moglie morta è diventata un film. ‘Il nome che mi hai sempre dato’, questo il titolo della pellicola, si basa su un fatto realmente accaduto, una storia di profonda bellezza di cui agli inizi di luglio scorso hanno parlato a lungo tutti i giornali: la bellezza della malinconia, dell’amore, del dolore, del ricordo. La morte separa fisicamente, ma il ricordo può colmare il vuoto dell’assenza della persona cara. Chi ama davvero, lo fa per sempre e per mantenere vivo il sentimento e non patire la dipartita è capace anche di continuare la vita che prima era di coppia.
Estate al mare. E’ un caldo straordinario e un anziano signore di Gaeta se ne va in riva al mare portando con sé la foto della moglie che non c’è più. E’ un amore perduto, sì, ma lui non conosce rassegnazione a un dolore che ha dentro di sé ormai da sette anni. Il Lungomare di Gaeta si rievoca bei ricordi, quando erano ragazzi e facevano lì il bagno insieme. E, allora, l’anonimo signore, ritratto da dietro in calzoncini e canottiera con le spalle chine dal pero della sofferenza, seduto sul muretto di largo Caserta con accanto una cornice di cui si vede solo la parte retrostante, torna a guardare quel mare tutti i giorni. Tutti i giorni in compagnia di quella foto della sua amata che sembra cingere con il braccio destro.
Guardano insieme la profondità del blu, respirano la stessa aria salmastra, ascoltano lo sciabordio delle onde. Insieme come una volta.
La scena che a suo tempo, oltre due mesi fa, fu immortalata in una foto dal signor Moffa, titolare di un negozio che si trova in quella fetta di lungomare è diventata virale sui social tanto da essere pubblicata anche sulla pagina ufficiale della città di Gaeta.
L’eco di questa storia di sentimenti è arrivata a Giuseppe Alessio Nuzzo che l’ha riscritta per il breve film che la riproporrà al pubblico del cinema. Si vedrà la stessa scena davanti allo stesso mare, perché è stato quel “gesto profondo e commovente” a spingere l’autore “a scrivere e rielaborare la sua storia, per poterla portare ancora di più nelle case e nei cuori delle persone, una storia dimenticata ma indimenticabile”.
L’opera, girata sia in formato verticale che in orizzontale, vede come protagonista Mariano Rigillo affiancato da Anna Teresa Rossini, Marco Rosso Cacciapuoti e Fabiola Dalla Chiara, e verrà proiettata alle ore 21 del 22 e del 23 settembre in Piazza del Popolo a Roma per il concorso Vertical Movie.
“Abbiamo deciso di girare questo film breve nel doppio formato – spiega il regista – in modo tale da rendere fruibile la storia e le immagini sia a chi lo guarderà attraverso il mezzo tradizionale come cinema e televisione in orizzontale sia a chi è oramai abituato a visionare filmati sul proprio smartphone in verticale”. Un ritorno alla regia per Nuzzo dopo il fortunato ‘Lettere a mia figlia’ con Leo Gullotta che gli è valso la vittoria del Giffoni Film Festival, una menzione speciale ai Nastri d’Argento e oltre 60 premi in tutto il mondo. Classe 1989, è direttore generale del Social World Film Festival, Mostra Internazionale del cinema Sociale, ha al suo attivo diversi documentari ed ha esordito al cinema nel 2017 con il lungometraggio ‘Le verità’ con Francesco Montanari, Nicoletta Romanoff, Fabrizio Nevola, Anna Safroncik e la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta.
A.B.
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