Quello che non doveva succedere è accaduto: un’Italia molto approssimativa non è riuscita ad andare oltre il 2-2 con l’Armenia al San Paolo.
I risultati della notte in Sudamerica (vittorie per Colombia ed Uruguay) hanno fatto il resto: gli azzurri non saranno teste di serie al sorteggio del 6 dicembre per comporre i gironi della fase finale del mondiale brasiliano.
Questo il quadro completo delle nazionali che occuperanno la prima fascia: Brasile, Spagna, Germania, Belgio, Argentina, Svizzera, Colombia e Uruguay (se supererà, come da pronostico, la Giordania negli spareggi) o Olanda (in caso di inopinata eliminazione della Celeste). Se un pari a Copenaghen con i danesi poteva anche esser messo in preventivo, quello di ieri a Napoli contro una squadra non certo irresistibile (occupa il 55° posto nel ranking Fifa) ma comunque combattiva, molto tonica e anche motivata (alla vigilia gli armeni potevano ancora coltivare qualche remota speranza di ottenere secondo posto e accesso agli spareggi) va oltre ogni più fosca previsione. La squadra di Prandelli ha giocato, per stessa ammissione del tecnico lombardo, i primi 20’ in modo “imbarazzante”. Centrocampo lento e incapace di sostenere la linea difensiva la quale peccava sia in fase di impostazione nell’avvio della manovra che nelle chiusure con un Astori visibilmente a disagio. Sacrosanto, quindi, il vantaggio armeno in apertura a firma di Movsisyan. Superato lo sbandamento iniziale, arrivavano il pari grazie ad un’incornata di Florenzi ottimamente servito da un Insigne caricato a mille dal “suo” pubblico e tante altre occasioni svanite di un soffio. Era proprio il piccolo attaccante napoletano a far vedere le cose migliori, producendosi anche in un numero tecnico dal coefficiente di difficoltà elevatissimo (arresto di tacco con palla seguire dopo una giravolta a saltare il marcatore), oltre a cogliere un palo poco prima del pari. Avesse segnato sarebbe venuto giù il S.Paolo! Nella ripresa, Prandelli aumentava la pressione inserendo anche un Balotelli (non ancora al 100%) e la partita sembrava avviata alla sua più logica conclusione. Sembra, appunto. Perché, in realtà, un’Armenia costretta a difendere e a ripartire ma mai passiva e rinunciataria, continuava a pungere in ripartenza. E qui arrivava il doppio errore da matita blu di Marchetti che prima regalava un corner e, sulla battuta, usciva tardi e male consentendo all’ottimo Mikhitaryan di insaccare indisturbato per l’incredibile ma non del tutto immeritato 1-2. Festa armena che durava lo spazio di un applauso perché Balotelli, innescato da una splendida verticalizzazione di prima di Pirlo, fulminava Berezovsky per l’immediato 2-2. A questo punto, però, la squadra azzurra, anziché tornare a premere in cerca dei vitali tre punti, si spegneva e lasciava il palcoscenico all’one man show di Balo che, da solo, era capace di seminare il panico tra le fila armene. Da urlo una sua iniziativa a tempo scaduto con palla recuperata poco davanti alla nostra linea difensiva e portata alla velocità della luce sino alla porta avversaria. Oltre 40 metri di corsa in solitaria con avversari saltati come birilli o, addirittura, volati via. Peccato per la conclusione fuori di un niente. Sembrava Gulliver in mezzo a tanti attoniti lillipuziani. E meno male che non stava bene! Ennesima dimostrazione di come, se i nostri media riuscissero a vincere la perniciosa pulsione a distruggere a suon di polemiche ciò che di buono si ha in casa, questo ragazzo, se sereno, sia di un’altra categoria. Autolesionistico esasperarlo. La partita si chiudeva tra molti musi lunghi, comunque. Allenatore in primis. La consapevolezza di aver sciupato una ghiotta occasione per approcciare il mondiale nel modo migliore c’è anche se Prandelli prova a minimizzare: “Neanche ad Euro2012 eravamo teste di serie. Ma questo non ci impedì di arrivare sino alla finale”. E a poco serve il sussulto d’orgoglio, quasi di stizza, del nostro tecnico quando afferma che l’obiettivo era la qualificazione diretta ed era già stato centrato. E’ vero. Ma era l’obiettivo di settembre nelle due gare con Bulgaria e Rep. Ceca. Ora era lecito, dopo il 30, attendersi il 31. Con Danimarca e Armenia quattro punti erano ampiamente alla portata. E si tenga presente che il nostro è stato l’unico che non è riuscito a qualificare la seconda agli spareggi. Torneremo in campo il 15 novembre contro la Germania a S.Siro e il 18 a Londra contro la Nigeria.
Intanto, l’ultima giornata di qualificazioni, in attesa di consumare gli spareggi, ci consegna questi nomi di nazionali che in Brasile andranno sicure: Brasile, Argentina, Colombia, Cile, Ecuador, Giappone, Australia, Corea del Sud, Iran, Usa, Costa Rica, Honduras, Belgio, Italia, Germania, Inghilterra, Spagna, Bosnia ( grandissimo entusiasmo a Sarajevo e dintorni per la storica prima volta della formazione di Dzeko, Ibisevic e dei nostri Lulic e Pjanic, dopo le tante delusioni patite agli spareggi), Olanda, Russia, Svizzera. Agli spareggi di novembre, invece, per l’Europa: Portogallo, Francia (le due che chiunque vorrebbe evitare), Islanda (storica prima volta per una nazionale assolutamente non accreditata a questi livelli), Croazia, Ucraina, Romania, Svezia e Grecia. Per l’Africa ci saranno le vincenti degli spareggi Burkina Faso-Algeria, Costa d’Avorio-Senegal, Etiopia-Nigeria, Tunisia-Camerun e Ghana-Egitto. Completeranno il lotto delle ammesse le vincenti degli spareggi intercontinentali Uruguay-Giordania e Messico-Nuova Zelanda.
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