Mancano poco meno di tre mesi all’inizio dei mondiali in Brasile, e la settimana appena passata a Coverciano, tra litigi con la Juventus per la convocazione di Chiellini, e l’amichevole persa con la Spagna, ha reso chiari molti scenari sulla Nazionale e in particolar modo su Cesare Prandelli.
L’amichevole persa, giocando un pessimo calcio, e dimostrando un gap tecnico notevole rispetto alla Spagna, almeno è servita al CT Prandelli, per capire che la classe cristallina di Antonio Cassano è indispensabile, soprattutto per la gran stagione che sta disputando.
Infatti, da quanto si apprende dai media intorno alla Nazionale, il CT ha deciso, dopo un colloquio con i ‘’senatori’’ dello spogliatoio degli azzurri, di convocare il talento di Bari vecchia per uno stage, dopo aver avuto un colloquio con il giocatore stesso.
Cassano, forse, per i suoi ripetuti ‘’colpi di testa’’, definiti così da Prandelli, e per il suo rapporto non proprio idilliaco con lo spogliatoio azzurro, che non condivideva e accettava i suoi comportamenti. Di certo qualcosa è successo, ma non vi è mai stata nessuna notizia ufficiale sulla questione, solo ipotesi verosimili come quello sopra citate.
Il mistero di fantantonio, che comunque, di ‘’cassanate’’ in Nazionale non è mai fatte, non è l’unica vicenda non chiara avvenuta nell’era Prandelli. Per non chiaro, mi riferisco all’ormai famoso ‘’codice etico’’, applicato dal CT, che oltre ad allenatore, si è voluto etichettare come educatore, all’insegna di valori sani da ritrovare nel mondo del calcio.
Per carità, tanto di cappello per questa sua scelta da ritenersi ‘’innovatrice’’ e molto importante, ma che a lungo andare, rischia di essere vista come una meravigliosa operazione di marketing, per una Nazionale che usciva devastata dal punto di vista dell’immagine dopo il disastro del mondiale sudafricano.
Il codice etico? Vincere non basta, bisogna essere sportivi e avere una moralità importante. Va applicato a tutti i costi, altrimenti non saremmo credibili”.
Così spiegò Prandelli il suo codice etico, e di credibilità, appunto, bisogna parlare. Sono stati tanti i casi, dove il codice è stato applicato ad alcuni sì e altri no. L’esempio più lampante è accaduto quest’anno. Mario Balotelli dopo Milan-Napoli viene espulso e squalificato per tre turni per frasi ingiuriose ed intimidatorie nei confronti dell’arbitro. Ma, alle successive partite di qualificazione mondiale viene convocato ugualmente, spiega il CT:
Perché ha scontato la squalifica e non convocarlo sarebbe una punizione aggiuntiva alla punizione”.
Frasi che lasciano il tempo che trovano, e che anzi, fanno chiaramente capire che Balotelli è intoccabile e troppo importante per la squadra da non poter privarsene.
Episodio sempre molto controverso, accadde durante il ritiro della Nazionale agli Europei, quando Criscito, venne rimandato a casa da Coverciano perché coinvolto nel caso scommesse, mentre Bonucci, anche lui stesso indagato, regolarmente in gruppo e convocato per Polonia e Ucraina 2012. Spiegazione: Criscito era meno tranquillo per i fatti accaduti, Bonucci offriva piena garanzia. Anche qui, qualcosa non torna.
Un percorso, come si nota, molto a zig zag di questo famigerato codice etico, che ha convinto solamente Abete e la Federcalcio italiana, ma non di certo i media, i giornalisti, e soprattutto i tifosi.
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