“Manifestamente infondata”. Così è stata giudicata la richiesta di impeachment del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano presentata dal Movimento 5 Stelle. Il Comitato parlamentare per la messa in stato d’accusa ha votato per l’archiviazione con 28 sì: a favore si sono espressi Pd, Ncd, Sel, Scelta Civica, Popolari per l’Italia e Socialisti. Contro i 5 stelle. Forza Italia, invece, non ha partecipato al voto. Tutto come previsto. Berlusconi ha scelto di tenere alta l’attenzione, fare la voce grossa, sfruttare i cavilli procedurali. Ma si è ben guardato dallo sposare fino in fondo la causa dell’impeachment avanzata dal M5s. Perché l’irritazione di Silvio Berlusconi nei confronti di Giorgio Napolitano non è notizia di oggi e non c’è dubbio che le anticipazioni del libro di Alain Friedman, secondo cui il capo dello Stato sin dall’estate del 2011 aveva sondato Mario Monti per piazzarlo al suo posto a palazzo Chigi, sono sale su una ferita mai rimarginata.
Occorre fare chiarezza su quanto è accaduto. Ormai è da anni – avrebbe affermato – che questo Paese non ha più un governo eletto dal popolo e non è escluso che a breve ce ne sia un altro”.
Il Cavaliere, tuttavia, ha scelto di non esporsi su una iniziativa che, peraltro, conti alla mano non ha speranza di successo. Linea confermata dal voto di oggi. In questa fase, infatti, l’ex premier è più interessato a capire il quadro generale, ovviamente con l’obiettivo di trarne il massimo vantaggio. E l’attenzione, in particolare, è puntata sulle mosse di Matteo Renzi. La prova del nove del patto siglato tra i due a via del Nazareno sta nel percorso che la legge elettorale farà in Aula a partire da oggi. Non è un caso se nel fine settimana Berlusconi abbia dato mandato a Verdini di incontrare il sindaco di Firenze per chiudere sulle modifiche all’Italicum in modo da farle confluire nel maxiemendamento presentato dal relatore, Paolo Sisto. Prevedibile anche la reazione di Grillo all’archiviazione della richiesta di impeachment del presidente Napolitano. Il leader dei penta stellati sul suo blog scrive: “Napolitano è il problema da rimuovere”. Nel nuovo post di Grillo, intitolato #napolitanoavita, si parla di archiviazione alla “velocità della luce” della messa in stato d’accusa del presidente e “coraggio dei conigli” di Forza Italia, “uscita dall’aula per non votare”.
Il leader del M5S insiste: Napolitano abbia “la dignità di dimettersi” perché “l’Italia non può essere condannata a Napolitano a vita e alle sue originali interpretazioni monarchiche del ruolo di presidente della Repubblica”. “Napolitano è oggi il problema principale di questo Paese – conclude Grillo -, prima viene rimosso, prima l’Italia potrà ripartire”. Forza Italia, quasi in risposta all’accusa di essere “conigli”, si riserva il diritto di impugnare l’archiviazione della messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. E’ la posizione espressa dal senatore e componente del Comitato parlamentare per la messa in stato d’accusa Lucio Malan. Il provvedimento infatti può essere impugnato dal 25% dei parlamentari, entro dieci giorni dalla trasmissione dei documenti ai presidenti di Camera e Senato. Mentre Renato Brunetta parla di astensione come “atto di chiarezza”: per esprimere “un’esplicita distanza dalle motivazioni che ha presentato il Movimento 5 Stelle” e “allo stesso tempo disappunto per l’accelerazione che il Pd ha voluto imporre a questo procedimento”. Fabrizio Cicchitto del Nuovo Centrodestra, pur senza citarla, critica duramente Forza Italia per il suo gridare al complotto, mentre Pier Ferdinando casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato: “Il vangelo secondo Friedman è a metà tra un’opera comica e un piccolo complotto”, “mi meraviglio che partiti importanti come Forza Italia cadano in un trabocchetto da cui usciranno certamente indeboliti”.
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