I valori dei giovani europei, politica e religione sempre più lontane. Lo conferma una ricerca Eurispes condotta sui cittadini fra i 18 e 30 anni di Italia, Germania, Polonia e Russia.
Salute e lavoro sono in cima ai pensieri, agli interessi, a quelli che i giovani tra i 18 e i 30 di Italia, Germania, Polonia e Russia considerano ‘valori’. La politica è in forte declino, così come il desiderio dei figli. Sono più attratti da quello che riguarda la loro vita sociale e privata, evidenziando, invece, una lontananza rispetto ai valori politici e a quelli spirituali.
È quanto emerge da un’indagine realizzata nei quattro paesi europei sui giovani e la loro idea di futuro. Una indagine che, secondo l’obiettivo dei promotori, punta a colmare un vuoto conoscitivo perché sono molto rari gli studi approfonditi sugli orientamenti al futuro da parte dei giovani, ma soprattutto perché è la prima volta che si confrontano le tendenze dei giovani appartenenti a sistemi anche molto diversi tra loro per situazioni politiche, culturali, economiche e sociali.
L’iniziativa è stata promossa da un pool di esperti appartenenti a diversi enti: per l’Italia, l’Eurispes; per la Germania, l’Istituto Iwak dell’“Università Goethe” di Francoforte; per la Polonia, il “Central Institute for LabourProtection (C.I.O.P)” di Varsavia, il “VoivodeshipLabour Office” di Bia?ystok, la “Warsaw School of Social Psychology”; per la Federazione Russa, il “Centro Federale di Sociologia Teorica ed Applicata” dell’Accademia delle Scienze di Russia (Fctas Ras) e l’“Università Umanitaria Statale Russa” di Mosca. La dimensione totale del campione intervistato nel 2019 è stata pari a 2.200 persone. I risultati della ricerca sono stati illustrati in un incontro tra esperti nella sede dell’Eurispes da: Svetlana Varlamova ed Elena Kayshauri del Centro Federale di Sociologia Teorica e Applicata, Accademia della Scienze di Russia; Anna Doroshina dell’Università Umanitaria Statale Russa di Mosca.
Emerge, in particolare, che tra i valori della vita considerati prioritari, la salute raggiunge percentuali elevate in tutti e quattro i paesi: 98% in Polonia, 97,8% in Italia, 86,1% in Germania, 95,3% in Russia. Il lavoro è importante per il 92,4% degli italiani, l’89,1% dei russi, l’87,5% dei polacchi, il 70,7% dei tedeschi. Il valore dell’amore riscuote preferenze che variano dall’84,6% dei russi al 92,2% dei polacchi. La politica, al contrario, suscita la preferenza del 61,3% dei giovani italiani, e solo di poco più della metà dei tedeschi (55,3%), del 38,3% dei polacchi e del 36,6% dei russi. Anche il valore relativo ai figli è in declino (70,5% Italia, 68,4% Polonia, 67,6% Russia, 67,5% Germania). Così come quello della religione (36,9% Russia, 36,1% Polonia, 35,6% Germania, 32,8% Italia).
In tutti i Paesi considerati, i giovani presentano un orizzonte di pianificazione sociale della propria vita di valore medio da 4 a 8 anni. Per quanto riguarda l’idea che hanno sulla durata della loro vita e del loro stato di buona salute fisica e mentale, i giovani russi stimano che la loro vita attiva arriverà a 56,2 anni, la durata della vita a 68,8 anni; i giovani polacchi rispettivamente a 51,1 anni e 76,6 anni; i giovani tedeschi pensano di restare attivi fino a 61,2 anni e di avere una durata di vita pari a 82,4 anni. I giovani italiani hanno espresso i risultati più elevati con una valutazione di vita attiva fino a 65,8 anni e una aspettativa di durata della vita pari a 84,5 anni. Le indicazioni relative ai progetti per figli variano in media da 1,29 a 1,69 figli. I giovani russi hanno progetti per 1,64 figli (media), i giovani italiani per 1,69 figli (media). Spiegano Svetlana Varlamova ed Elena Kayshauri: «L’aspetto demografico della ricerca è uno dei temi più preoccupanti. Quello che emerge è che l’aumento della ricchezza del Paese e delle possibilità economiche non è il requisito essenziale per l’aumento della natività. I giovani vogliono una famiglia, ma non vogliono fare figli; e questa è una tendenza comune a tutti i paesi occidentali. A nostro giudizio, la politica dovrebbe aiutare a cambiare la percezione dell’idea di famiglia e sottolinearne l’importanza; così come il mondo dell’imprenditoria e dei media dovrebbero diventare veicolo per comunicare gli aspetti positivi di essere genitori».
Lavoro e casa sono in cima agli incubi dei giovani. Il terrorismo non c’è.La situazione del mercato del lavoro, i problemi abitativi, la mancanza di tutele per la vecchiaia e, in generale, le difficoltà economiche sono tra i principali problemi percepiti dai 18-30enni. In particolare, le difficoltà finanziare sono citate dal 36,8% dei tedeschi, 35,7% dei russi, 22,9% degli italiani, 22,5% dei polacchi. Gli affitti elevati sono un problema per quasi la metà dei tedeschi (48,2%), quattro polacchi e russi su dieci (rispettivamente 41,9% e 40,2%) e tre italiani su dieci (30,5%). Molto meno sentiti i problemi come la minaccia del terrorismo (8,1% in Italia, 3,5% in Russia, 2,9% in Polonia,1,9% in Germania); o la crescita di sentimenti nazionalisti (11,8% in Polonia, 11,5% in Germania, 9,7% in Italia, 9,1% in Russia).
Il successo? Bella carriera, vita sociale interessante, buona salute Opinione comune dei giovani intervistati è che il raggiungimento del successo sia la misura più importante per la realizzazione della propria personalità. Tra i criteri principali che i giovani indicano per definire cosa sia il successo nella vita prevalgono i motivi di realizzazione personale: il successo nella carriera (30,6% Russia, 27,8% Germania, 20,7% Polonia, 18,6% Italia); la possibilità di vivere una vita interessante (40% Germania, 39,9% Russia, 25,2% Polonia, 10,2% Italia); di avere amici (37,5% Polonia, 37,3% Russia, 36,6% Germania, 30,4% Italia); o una buona salute (38% Germania, 37,9% Polonia, 36,7% Russia, 36,2% Italia). Nei quattro Stati presi in considerazione, i giovani intervistati hanno dichiarato che, in una prospettiva di 10-15 anni, dopo aver ricevuto un’istruzione e trovato un posto adeguato nel mercato del lavoro, saranno in grado di esprimere il loro potenziale raggiungendo una posizione nella scala sociale di valore quasi doppio rispetto a quella attuale (dinamiche: Italia da 61,9% a 75,3%; Germania da 45,3% a 79,4%; Polonia da 42,6% a 73%; Russia da 35,5% a 81,3%).
Spiegano ancora Svetlana Varlamova ed Elena Kayshauri: «Abbiamo chiesto ai giovani il livello di posizione sociale e professionale che si prefiggono di raggiungere nel futuro. E un dato, in particolare, ci ha stupito. In Italia, rispetto ai giovani degli altri paesi, abbiamo riscontrato un numero molto più alto di ragazzi che aspirano ad un lavoro “dipendente” (il 63,3% rispetto al 25,8% della Polonia, al 20,1% della Germania e al 12,7% della Russia). Parallelamente, sono lo zero per centro coloro che vorrebbero essere imprenditori di grandi imprese (contro il 21,6% della Polonia, il 12,4% della Germania, il 19,6% della Russia)».
Vita politica e sociale: Europa divisa a metà Come è vissuto dai giovani il valore della partecipazione alla vita della comunità nella quale vivono? In Italia dove i il ruolo della religione e della Chiesa è forte la partecipazione alle attività religiose è più intensa (22,1%, a fronte del 10,2% Germania, 5,1% Russia, 4,3% Polonia). Lo stesso si può dire per le attività di volontariato che coinvolgono i giovani in Italia (37,9%); in Germania e Polonia la percentuale di giovani che partecipano ad attività simili è pari alla metà (rispettivamente pari a 19,2% e 19,5%); in Russia il 27,8%.Riguardo alla partecipazione politica e civile, i giovani polacchi sono molto più vicini ai russi rispetto a tedeschi e italiani; l’unica differenza riguarda i tassi di partecipazione elettorale che in Polonia sono risultati superiori di circa il 10% rispetto alla partecipazione dei russi. Invece, per altri tipi di attività sociali e politiche, i dati relativi ai polacchi risultano leggermente inferiore ai dati russi. La vita politica e sociale interna della Germania e dell’Italia mostra un quadro molto diverso: il coinvolgimento attraverso la partecipazione a elezioni di vari livelli, referendum, dimostrazioni e manifestazioni non ha confronto con la situazione dei vicini orientali.
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