L’Italia riesce a fatica a tenere dietro agli incendi. In un mese, dalla metà di giugno al 12 luglio sono andati a fuoco 26mila ettari di boschi, quasi la stessa superficie (93,8%) che è bruciata in tutto il 2016. La metà della superficie in fiamme, 13mila ettari, solo in Sicilia.
Solo ieri alla Protezione civile sono arrivate 47 richieste d’intervento dei Canadair. Da gennaio se ne contano 764, un numero che non si vedeva da almeno dieci anni.
Gli interventi registrati alle 18 di ieri sono circa milleduecento, con novecento uomini e quattrocento mezzi in campo.
Il Dipartimento della Protezione civile ha presentato una richiesta formale di aiuto all’UE: “Per prestare aiuto ai colleghi italiani”, come spiega il portavoce della Commissione UE Alexander Winterstein, stanno arrivando altri tre aerei antincendio dalla Francia.
Sul Vesuvio il fronte di fiamma è ancora molto esteso e sta per raggiungere zone impervie, dove l’intervento dei soccorsi è ancor più difficile. I comuni più colpiti sono sempre Ottaviano, Ercolano, Torre del Greco e Portici. Ieri il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato una “rimodulazione” degli interventi: arriveranno più militari.
“La scorsa notte abbiamo bloccato tutte le vie di accesso al Parco Nazionale”, spiega il maggiore Carlo Bianchi, che comanda il II gruppo tattico Terra dei Fuochi dell’Esercito. “Stiamo pattugliando assiduamente il territorio per segnalare nuovi roghi e individuare e bloccare eventuali piromani”.
Sul posto sono al lavoro da giorni squadre di Carabinieri forestali, Protezione civile e Vigili del fuoco, assistite da tre Canadair, ma l’incendio continua a devastare il parco ora dopo ora. Il clima asciutto e il vento di scirocco, purtroppo, facilitano l’accensione di nuovi focolai che sembravano spenti nella lettiera, lo strato di rami caduti e fogliame che copre il suolo. Anzi, nelle ultime ore sembra sia scoppiato un altro incendio importante sul monte Megano, nei Monti Lattari, a pochi chilometri dal Vesuvio. E puntualmente tornano a circolare evitabili leggende metropolitane come quella dei gatti usati per innescare il fuoco, che danneggiano la lotta contro i piromani veri e i loro mandanti.
Dalla Sicilia intanto hanno fatto il giro dei telegiornali le scene dell’incendio a Calampiso, nel Trapanese, che ha costretto le autorità a evacuare un resort turistico via mare, passando dalla spiaggia. I seicento ospiti del complesso sono potuti tornare nelle loro stanze solo per il tempo necessario a raccogliere i bagagli. Passeranno la notte in stanze messe a disposizione da altri alberghi di San Vito Lo Capo, ma non torneranno prima di sabato: serve tempo per ricollaudare gli impianti elettrici, idraulici e telefonici, e per far svanire l’intenso odore di bruciato.
Quello di Calampiso, però, è solo uno dei tanti roghi che anche quest’anno feriscono la Sicilia. Le squadre antincendio sono dovute tornare a Lipari perché la macchia intorno alla frazione di Quattropani ha ripreso a bruciare, com’era già avvenuto ieri. Il sindaco Marco Giorgianni ha chiesto lo stato di calamità naturale. Intanto a Monreale è in azione un Canadair e ad Adrano due elicotteri. Altri focolai sono stati segnalati a Librizzi, in provincia di Messina, e nel Siracusano.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy