Inps, boom Voucher: precipitano i contratti stabili

Sempre meno contratti stabili, mentre in molti continuano a preferire i Voucher come modalità di pagamento per prestazioni di lavoro accessorio. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento Inps sul mercato del lavoro.

Se guardiamo ai primi dieci mesi del 2016 il bilancio tra i contratti registrati a tempo indeterminato e le relative cessazioni è di 61.640 unità, cioè – 89% rispetto al 2015. Si parla in tutto di circa 497mila nuovi contratti, rispetto ai 636mila di un anno fa. Secondo l’Istituto Nazionale di Previdenza, le cause del picco negativo sono da ricercare nelle forti riduzioni degli incentivi alle assunzioni stabili.

Ma con cosa vengono pagati i moltissimi lavoratori che non possono contare né su un contratto a tempo indeterminato che un contratto a tempo determinato? A quanto pare, le varie “collaborazioni” che altrimenti andrebbero ad ingrossare le fila delle prestazioni in nero, vengono ricompensate attraverso i Voucher, i cosiddetti buoni lavoro.

Ce ne sono di diversi tipi, ma in generale i tagli disponibili vanno dai 10 a i 50 euro. Il lavoratore che viene pagato attraverso questa modalità, ne incasserà rispettivamente per ogni taglio dai 7.50 ai 37,50 euro netti: il resto andrà infatti in contributi all’Inps (13% gestione separata e 5% per gestione del servizio), assicurazione INAIL (7%).

In questo modo, quanto incassato dal lavoratore è esentasse e non dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi, oltre che a non incidere sullo status di disoccupato.

Malgrado la procedura sia in leggero calo, dal 2008 ad oggi sono stati venduti ben 347 milioni di voucher ed potrebbe essere proprio il lavoro accessorio uno degli oggetti del possibile referendum chiesto dalla Cgil sul Jobs Act. Tra i quesiti principali, la richiesta di reintroduzione del “vecchio” articolo 18 con il reintegro per i lavoratori ingiustamente licenziati.

P.M.