“La cassa integrazione si è quasi dimezzata. È un importante segnale che l’Italia sta ripartendo”. È soddisfatto il premier Matteo Renzi che, durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri, commenta i dati diffusi questa mattina dall’Inps. Secondo l’Istituto, infatti, nel mese di aprile sono state autorizzate complessivamente “61 milioni di ore di cassa integrazione guadagni (CIG), con una diminuzione del 36,9% rispetto ad aprile 2014, mese nel quale le ore autorizzate sono state 96,7 milioni”. Nel confronto con il mese di marzo 2015 i dati “evidenziano al contrario un aumento, con una variazione congiunturale del +3,6% per il totale degli interventi di cassa integrazione”. Dall’analisi nel dettaglio dei dati di aprile 2015 emerge che “le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria (CIGO) sono state 19,5 milioni. Nel mese di aprile 2014 erano state 22,5 milioni: si e’ quindi registrata una diminuzione tendenziale del 13,6%”. Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria (CIGS) autorizzate ad aprile 2015 e’ stato, invece, di 37,4 milioni, – 32,8% rispetto ad aprile 2014. Sensibile anche la riduzione della cassa integrazione in deroga: secondo le stime infatti, le ore autorizzate ad aprile 2015 sono state 4,2 milioni, “con un decremento del 77,3%, rispetto ai 18,6 milioni di ore autorizzate nel mese di aprile 2014”. Se però il primo ministro è positivo, e accoglie con soddisfazione questi numeri, mordono il freno, invece, i sindacati. Per il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni “questi dati non possono essere considerati positivi ossia figli di un reale, calo di utilizzo della cassa integrazione a vantaggio di una ripresa dell`occupazione, in quanto si dovrà ora verificare l`impatto occupazionale immediatamente successivo”. “Il dato – spiega – è fortemente condizionato dalla pesantissima carenza di stanziamenti e dalle restrizioni progressive imposte dalle recenti normative relative alla cassa integrazione in deroga”. Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, invece sostiene che “se i dati del primo trimestre dimostrano che il volume delle ore di Cig conferma l’assenza di attività produttiva, i dati di aprile diffusi oggi dall’Inps segnano un nuovo rialzo (+ 3,6%) delle ore autorizzate, nonostante il crollo della deroga. Le riforme se fatte in stagioni di crescita hanno una loro efficacia, fatte nella crisi rischiano di determinare solo tagli ed esclusione”. “Finché il tanto ventilato venticello di ripresa non si tradurrà in effetti positivi sull’occupazione – commenta Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil – crediamo sia opportuno e necessario che il Governo rifletta sull’importanza dello strumento della cassa integrazione, prima di procedere verso una strada che ne ridurrebbe l’utilizzo”. Intanto, il ministro Giuliano Poletti, spiega che per il 2015 “riposizioneremo 1 miliardo di euro dal fondo Jobs Act al fondo sociale per l’occupazione per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga per il 2015”. Nel dl pensioni, infatti, è inserito un atto che riguarda il “rifinanziamento dei contratti di solidarietà”, soprattutto quelli di tipo B, per le imprese artigiane, commerciali sotto i 50 dipendenti, industrie sotto i 15 dipendenti, studi professionali e Onlus che non hanno accesso agli stanziamenti, “per 70 milioni” dei contratti di solidarietà classici. Interventi che riaffermano il trend di ripresa già evidenziato dagli altri indicatori statistici ed economici dall’inizio dell’anno. Questo, però, almeno sulla carta.
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