Siria, Nigeria: cambia solo la sigla, ma la ferocia è sempre la stessa. In Siria a colpire è stato l’Isis, o sedicente stato islamico, che con un triplice attentato accanto a un mausoleo sciita ha fatto 60 morti e almeno 100 feriti.
Come hanno riferito i media locali, due kamikaze e un’autobomba sono esplosi in rapida successione nei pressi del santuario sciita di Sayeda Zeinab, a sud della capitale, luogo di pellegrinaggio sciita. Gli attentati sono stati rivendicati dall’Isis.
In base a quanto si apprende, i terroristi hanno preparato un tranello per cercare di fare più vittime: prima fatto esplodere un’autobomba vicino ad una stazione degli autobus, poi quando le persone si sono avvicinate per aiutare i feriti, due kamikaze si sono fatti saltare in aria.
Il santuario fu già preso di mira nel febbraio del 2015, quando 4 persone morirono in due attacchi suicidi e altre 13 rimasero ferite vicino ad un checkpoint nello stesso quartiere. Nello stesso mese, un’esplosione su un bus sul quale viaggiavano pellegrini sciiti diretti al mausoleo di Sayyida Zeinab provocò 9 morti. L’attentato fu poi rivendicato dal gruppo armato di al-Nusra.
In Nigeria, invece, è stata l’organizazione terroristica Boko Haram a seminare morti e feriti nelle strade di un villaggio a cinque chilometri da Maiduguri, capitale dello stato federale di Born:almeno 86 le vittime e un centinaio i feriti. Testimoni parlano di decine di corpi bruciati e crivellati di proiettili dopo un attacco avvenuto sabato sera. Un uomo, che è riuscito a sfuggire nascondendosi su un albero, ha raccontato che poteva sentire le urla dei bambini tra le fiamme. L’assalto è durato circa quattro ore: i terroristi hanno colpito con armi ed esplosivi, quindi hanno appiccato il fuoco alle case. Testimoni hanno riferito che molti abitanti, tra i quali diversi bambini, sono bruciati vivi nel rogo.
Il portavoce dell’esercito nigeriano Mustafa Anka ha confermato la notizia dell’azione terroristica ma non il bilancio delle vittime.
L’attacco è avvenuto nella tarda serata di ieri. I jihadisti indossavano uniformi militari e sono arrivati a bordo di auto e motociclette nel villaggio di Dalori, a 12 chilometri da Maiduguri. L’assalto è durato circa quattro ore: i terroristi hanno colpito con armi ed esplosivi, quindi hanno appiccato il fuoco alle case. Testimoni hanno riferito che molti abitanti, tra i quali diversi bambini, sono bruciati vivi nel rogo.
“Mentre le persone scappavano, tre attentatrici suicide hanno tentato di farsi largo tra la folla e si sono quindi fatte esplodere”, ha riferito un portavoce dell’esercito nigeriano, il colonnello Mustapha Ankas.
Domani è previsto l’arrivo in Nigeria di Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio sarà alla guida di una delegazione composta, tra gli altri, da Cdp, Sace, Confindustria e di imprese, tra le quali Eni, Enel, Trevi. Delegazione che dopo la Nigeria farà tappa in Ghana e Senegal. E’ la terza visita in Africa di Renzi, dopo Mozambico, Angola, Kenya ed Etiopia.
In serata dal ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian arriva l’allarme che riguarda in particolare l’Italia: tra i migranti che viaggiano dalla Libia a Lampedusa si possono nascondere miliziani dell’Isis; questo rappresenterebbe un “grande rischio” per l’Europa. Le Drian ha detto che c’è il bisogno “urgente” di una soluzione politica in Libia dove “Daesh si sta stabilendo… la Libia mi preoccupa dal settembre 2014. Sono lì, a 300 km dalla costa europea, e si stanno espandendo”.
Le Drian, sottolineando che Lampedusa è a 350 chilometri dalle coste della Libia, ha osservato che “quando sul Mediterraneo c’è bel tempo, c’è il rischio che (i miliziani dell’Isis) possano fare la traversata, mescolandosi ai migranti. E’ un grande rischio” . “Tutti sono consapevoli del pericolo che il conflitto in Siria ed Iraq, dove stiamo vedendo alcuni risultati positivi, si trasferisca in un nuovo conflitto in Libia”, ha aggiunto, ribadendo che la soluzione politica “è il solo modo di sradicare il problema”. “Ci deve essere un governo di unità nazionale. C’è un serio processo politico in corso, sostenuto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. E’ urgente”, ha concluso.
A.B.
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