E se una mattina, mentre in tutta fretta accompagniamo i figli a scuola o distrattamente scendiamo dal bus con un solo pensiero fisso, quello di non fare tardi al lavoro, qualcuno in strada ci avvicinasse per chiedere aiuto, come ci comporteremmo?
A testare le nostre reazioni ci ha pensato un’organizzazione la cui mission è assicurare benessere, proteggere e promuovere i diritti, favorire lo sviluppo dei bambini, delle loro famiglie e delle comunità di appartenenza, l’Albero della Vita. Ha provato a scoprirlo con gli occhi di un bambino, non solo perché i bambini sono semplici e diretti, ma soprattutto perché le statistiche (Istat 2015) dicono che in Italia uno su 10 vive in povertà assoluta: la conosce così bene da sapere che l’elemosina – la moneta regalata precipitosamente, a volte per un sentimento di pena altre per alleggerirsi semplicemente la coscienza – può assicurare al richiedente un cornetto o un tramezzino, ma non basta. Non risolve se non nell’immediato.
Stefano, il bambino del video, è seduto per terra e sembra chiedere l’elemosina ma invece rifiuta, chiedendo di aiutare il suo papà che ha perso il lavoro. Quali sono le reazioni dei passanti?
L’Albero della Vita ha pensato di chiedere a noi, che almeno a parole non ci descriveremmo mai come insensibili al tema della povertà, come ci attiveremmo se qualcuno in difficoltà bussasse alla nostra porta. Lo fa con un metodo diverso dalla canonica intervista: un semplice click di condivisione del video per “costruire insieme una catena di fiducia”. Perché donare fiducia significa consentire a chi ha perso tutto di riappropriarsi in primo luogo dei propri valori, significa una chance, un’opportunità su cui poter fare leva per iniziare il cambiamento.
L’idea dell’esperimento sociale – spiegano alla Onlus – è nata dalla consapevolezza di un aumento sempre più preoccupante del numero di minori in condizioni di povertà assoluta in Italia, ben 1.131.000 (i minorenni in povertà relativa sono invece 2 milioni e 110 mila, tra loro cresce l’incidenza di povertà nella fascia di età 4-6 anni, soprattutto al Nord e al Centro), e parallelamente dalla volontà di combattere la povertà in maniera differente dall’approccio assistenzialistico.
Ivano Abbruzzi, Presidente di Fondazione L’Albero della Vita onlus, tiene a sottolineare che “la povertà colpisce i bambini per primi, i bambini più degli adulti. Li colpisce oggi e porta la sua ombra verso il futuro, limitando le aspirazioni dei più piccoli quanto dei più grandi. Per combatterla occorre sostenere i genitori nel disegnare un futuro diverso per se stessi e per i propri figli, offrendo loro opportunità di salute, di educazione, di socializzazione. E’ quello che oggi vogliamo sollecitare con la campagna #iodonofiducia nelle persone che vedono la povertà con i loro occhi, la toccano spesso con le loro mani, ma non sempre sanno che proprio loro possono fare la differenza”.
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