In Siria anche la Turchia ha iniziato a bombardare postazioni dell’ISIS. Intanto la contraerea di Ankara ha annunciato di aver abbattuto un velivolo non identificato che aveva violato il suo spazio aereo. Mosca esclude che si tratti di un aereo o un drone russo. E alza la posta: la Russia costruirà una base militare in Siria.
Stamattina, il tabloid Komsomolskaja Pravda pubblica un’intervista in cui il vice-capo di Stato maggiore Andrej Kartapolov annuncia la decisione presa dal presidente Vladimir Putin.
La base è destinata a includere “le componenti marina, terrestre e aerea” e secondo il Cremlino servirà a combattere i jihadisti dell’autoproclamato califfato. Ma se i bombardamenti delle ultime due settimane sono un precedente valido, anche tutti gli altri gruppi ribelli che si oppongono al regime del presidente Bashar al-Assad sono autorizzati a non dormire sonni tranquilli, indipendentemente dal fatto che dell’ISIS siano amici o nemici.
L’annuncio lascia intendere che l’impegno militare in Siria della Russia sia destinato ad aumentare ben oltre la capacità delle strutture che già usa: l’aeroporto militare Bassel al-Assad di Latakia (intitolato al fratello del presidente, la cui morte in un incidente aprì a Bashar la strada della successione), da dove partono aerei e droni impiegati nei bombardamenti, e la base all’interno del porto di Tartus, che ospita in permanenza la flotta di Mosca nel Mediterraneo.
Di fronte a tanto impegno da parte russa, la coalizione a guida USA risponde reclutando l’aeronautica di Ankara. Il primo raid turco, nella notte fra mercoledì e giovedì, ha colpito un obiettivo mobile dell’ISIS. Dall’Anatolia non arriva conferma ufficiale, ma il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, rilanciato da tutti i media turchi, dichiara: “Abbiamo visto che la Turchia ha fatto passi avanti nelle sue attività in Siria”. In effetti, fino a mercoledì le forze armate turche non avevano compiuto alcuna missione in territorio nemico, ma erano rimaste a distanza di sicurezza.
Fonti ufficiali di Ankara, invece, confermano l’abbattimento di un velivolo non identificato entrato per tre chilometri all’interno dello spazio aereo nazionale. Secondo quanto ha riferito il portavoce dell’Esercito, la contraerea ha rispettato le regole d’ingaggio che prevedono almeno tre avvertimenti prima di aprire il fuoco.
Gli “incidenti” delle settimane scorse, in cui aerei russi – a loro volta impiegati nei bombardamenti contro l’ISIS e altri ribelli contro il regime di Assad – avevano sconfinato in più occasioni nel cielo sopra la Turchia. Dura era stata la replica di Ankara, che aveva promesso di reagire in caso di nuovi sconfinamenti.
La prospettiva di coinvolgere nelle contromisure la NATO – di cui la Turchia fa parte dal 1955 – aveva convinto l’aeronautica russa a contattare lo Stato maggiore turco, nei giorni scorsi, per spiegare la propria versione dei fatti e promettere che episodi simili non si ripetessero.
A ipotizzare che si trattasse di un drone russo era stata ad esempio la BBC, ma anche il Pentagono nutriva sospetti: nei giorni scorsi i portavoce dell’aeronautica USA avevano criticato il comportamento dei piloti russi, che in diversi casi avrebbero creato situazioni di “contatto visivo” con gli F-16 americani. Sull’argomento i comandi militari di Washington e Mosca hanno tenuto una videoconferenza due notti fa.
Il ministero della Difesa russo, invece, ha smentito tutto: secondo il portavoce Igor Konoshenko, non manca all’appello nessuno dei cacciabombardieri né degli aerei senza pilota impiegati nel teatro siriano.
F.M.R.
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