Gli Azzurri festeggiano vittoria e primato
La seconda vittoria per 1-0 maturata dagli Azzurri in tre giorni abbinata al netto (ed in parte sorprendente) 2-0 della Norvegia sulla Croazia ci spalanca le porte alla fase finale di Euro 2016 con notevoli possibilità di chiudere il girone in testa. Sarà ora sufficiente vincere a Baku con l’Azerbaijan (e sempre che i croati non vincano il ricorso avverso la penalizzazione di un punto in classifica) per avere la certezza matematica di andare in Francia potendo contare, poi, contro gli scandinavi all’Olimpico, su fattore campo e due risultati su tre a disposizione per assicurarsi anche il primato. Per carità, la gara di Palermo contro la modesta Bulgaria non è stata nulla di trascendentale ma è innegabile che un progresso rispetto alla sfida di giovedì con Malta ci sia stato. Diversi i motivi di questa pur parziale metamorfosi. Innanzitutto, l’avversario: tanto era rinunciataria ma molto arroccata Malta, quanto più aperta ma statica la Bulgaria (comunque, superiore ai maltesi). Poi, abbiamo saputo metterci del nostro: al netto della conferma del sistema di gioco (il 4-3-3), l’innesto dall’inizio di due esterni offensivi come Candreva ed El Shaarawy a sostegno del centroboa Pellè ha allargato e non di poco il fronte d’attacco, rispetto alle due punte esterne viste in campo giovedì. La rinuncia al doppio play con Pirlo in panca e Verratti alla conduzione unica della manovra ha poi giovato alla velocità del giro palla e sia detto senza voler assolutamente allinearsi al partito emergente di coloro (vero Marotta?) che vorrebbero invitare Andrea a salutare definitivamente l’azzurro. E senza voler nulla togliere all’ottimo Eder, tra i pochi a salvarsi al Franchi. Non da ultimo, la bravura di trovare il vantaggio apriscatole dopo una manciata di minuti sia pure su un rigore concesso generosamente per un contatto tanto veniale quanto evitabile sulla caviglia di Candreva. Bravissimo De Rossi a mantenere la calma anche nella ribattuta dagli 11 metri. Molto meno calmo (anzi!), il centrocampista giallorosso nel reagire malamente al fallo di Mitsanski nella ripresa. Un rosso decisamente ingenuo che ha molto indispettito un Conte a sua volta molto nervoso. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Ovvio che per recitare un ruolo da protagonisti Oltralpe occorrerà crescere e non poco ma è anche vero che sono in parecchi oggi a stentare quanto se non più dei nostri. Magra consolazione ma la quasi matematica estromissione dell’Olanda (e della Bosnia, fresca partecipante al Mondiale) testimoniano quanto sia divenuto complesso gestire un ricambio generazionale o anche la mera conferma ad alto livello di un gruppo già consolidato come quello bosniaco o quello di una Croazia, passata in un batter di ciglia dal ruolo di prima forza nel girone a quello di squadra non certa neppure di agganciare i playoffs. Del resto, con un calendario di impegni così denso e pesantemente sbilanciato verso l’attività dei clubs, sarebbe veramente esercizio accademico quello di formulare previsioni di qui a quasi un anno. Qualunque gerarchia potrebbe risultare stravolta. Per ora accontentiamoci di una difesa che sembra non accusare troppo il passare del tempo, a cominciare da un Buffon sempre attento anche quando chiamato ad intervenire dopo prolungati periodi di totale inoperosità, per finire con la conferma ad altissimo livello di Darmian e, si spera, al pieno recupero di De Sciglio. Insieme a Florenzi, un trio di terzini per due maglie che garantiscono anche perfetta intercambiabilità su ambedue le fasce. Lo stesso De Rossi, ormai sperimentato anche nel cuore della difesa romanista, può venir utile non solo in mezzo al campo. Verratti cresce e dovrà crescere ancora. Anche e soprattutto nella capacità di prendersi responsabilità al tiro. E anche il Ct lo ha sottolineato a fine gara. I problemi, quelli veri, li abbiamo davanti. Scomparso dai radar Balotelli (ma anche di questo non v’è certezza), si naviga un po’ a vista. Dalla coppia degli esordi contiani, Zaza-Immobile, si è arrivati al tridente a componenti variabili con Pellè unico punto fermo. Non il massimo, onestamente e anche le tante occasioni gettate alle ortiche con i bulgari lo hanno evidenziato. In giro c’è decisamente di meglio ma, nel complesso, di squadroni invincibili non ve ne sono, pur considerando fortissime sia la Germania, iridata non per caso, che la Spagna su cui pesa sempre l’incognita di motivazioni non sempre massimali da parte dei suoi pluridecorati senatori.
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