Italia, è un attacco grandi firme. Ma dietro si balla

Il 5-3 che gli azzurri hanno imposto ieri sera alla Fluminense (ottima seconda nell’attuale Brasileirao) allo stadio “Cidadania” di Volta Redonda ha chiuso il novero dei test voluti da Prandelli. Sabato, contro l’Inghilterra, a Manaus, si inizierà a fare sul serio.

Piuttosto chiare le indicazioni che l’amichevole non ufficiale contro il club di Larnjeiras ha fornito al nostro Ct: L’attacco funziona, anche in assenza dei titolari annunciati o presunti tali (Balotelli e Cassano). L’inedita coppia tutta partenopea e dintorni composta da Insigne e Immobile (quest’ultimo, invero, di Torre Annunziata), con Cerci a supporto in un 4-3-3 che potrebbe essere una valida alternativa tattica per l’Italia, ha funzionato. Non facendo affatto rimpiangere il tandem di prime scelte. Tre reti per l’ex granata (ora tesserato dal Borussia Dortmund), condite da un assist per il compagno di linea, e due per la punta tascabile dei vincitori dell’ultima Coppa Italia. Oltre questo, molto movimento, tante iniziative e un’intesa che sembra quella dei bei tempi andati di Zeman a Pescara dove i due furono i trascinatori di una formazione che raggiunse la A incantando l’Adriatico. Automatismi rispolverati per l’occasione e corroborati dalla più recente esperienza torinista di Immobile con Cerci.

Tutto sommato positive anche le sensazioni offerte dal centrocampo con un Thiago Motta ancora lontano parente della sua miglior versione ma sensibilmente in progresso rispetto alla balbettante prova offerta con l’Irlanda. Così così Aquilani. A far pendere il borsino verso il segno + l’ottima prestazione di Parolo.

Un Prandelli perplesso: penserà alla sua difesa?

I problemi, e non pochi, sono emersi nel reparto arretrato: in mezzo Paletta ha confermato la sua precaria condizione fisica e Ranocchia ha sulla coscienza il pallone perso da cui è nato il momentaneo 1-1 di Chiquinho. L’interista non ha dato la sensazione di essere sicuro. molto meglio i subentrati Barzagli e Bonucci. Il primo, pur con tutti gli acciacchi che si porta dietro da inizio stagione, rimane un frangiflutti su cui sbattono con scarso costrutto quasi tutti gli avanti “tricolores”, il secondo non è esente da colpe sul terzo gol, il gioiello balistico di Matheus Carvalho, ma, per il resto, si fa rispettare. O, quantomeno, non commette errori evidenti. Dato l’andazzo generale, non poco. Sulle corsie esterne, maluccio Abate, messo spesso in mezzo dai vivaci Carlinhos e Chiquinho, e in costante apprensione. Il suo contributo alla fase offensiva si limita ad una bella scorribanda in solitaria con tanto di rete sfiorata. Ma non basta a salvare una prestazione nettamente al di sotto della sufficienza. Sulla fascia opposta, Darmian ha giocato una partita senza particolari sussulti. Ordinato, disciplinato, ligio alle consegne. Il classico compitino ben fatto. Ma neppure l’ombra delle sgroppate che avevano entusiasmato sabato sera al Craven Cottage. Non bene De Sciglio, nella sua breve apparizione. Saltato di netto in un paio di circostanze.
Ma le notizie meno confortanti sono venute dal sempre delicato settore dei portieri. Con Sirigu al momento indisponibile, tra i pali ha trovato posto il terzo estremo difensore, Perin. Autore di una papera mica da ridere sulla tuttaltro che irresistibile conclusione di Carlinhos per il secondo pareggio della Flu.
Potrebbe soffiargli il ruolo di terza opzione Mirante, entrato nella ripresa e subito protagonista di due interventi non semplici. Se il guardiano del Psg non dovesse recuperare, dietro Buffon la situazione non si prospetta come allegra.

In sostanza, un’utile rifintura per le cosiddette “seconde linee” che, per quanto visto, tali dovrebbero rimanere. Almeno per due reparti su tre. Davanti, invece, se è vero che Balotelli e Cassano rimangono gli indiscussi favoriti per le due maglie a disposizione, Insigne e Immobile stanno risalendo velocemente la corrente. E la presenza nell’11 titolare di una delle due ex creature di Zeman potrebbe non essere un’ipotesi così remota.