Un ministro si è dovuto dimettere perché ha ottenuto la cittadinanza italiana a sua insaputa. È successo in Australia, dove la Costituzione vieta ai cittadini stranieri di esercitare cariche di governo. Una norma concepita quando bisognava rendere chiara e definitiva la conquista dell’indipendenza dall’impero britannico. Ma che oggi si applica a chiunque sia titolare di un’altra cittadinanza, anche se è nato e cresciuto in Australia.
Il diretto interessato è Matt Canavan, del National Party, uno dei due principali partiti conservatori australiani. Fino a ieri era ministro delle Risorse nel governo di Malcolm Turnbull.
Il suo non è il primo caso in cui un politico australiano è costretto a dimettersi per via di una doppia cittadinanza. Appena qualche settimana fa è toccato a due senatori verdi, Scott Ludlam e Larissa Waters: entrambi nati in altri Paesi, dove si applica in varie forme lo ius soli – rispettivamente in Nuova Zelanda e in Canada – e quindi in possesso della doppia cittadinanza. D’altra parte il 28% della popolazione dell’Australia è nato all’estero. Ma il caso di Canavan è diverso. Lui in Italia non ci ha nemmeno mai messo piede. E fino alla scorsa settimana, giura di non avere avuto idea di esserne cittadino.
A fare la richiesta per conto suo sarebbe stata sua madre, che discende da immigrati del Belpaese. Quando i giornali si sono occupati della vicenda di Ludlam e Waters, la signora Canavan avrebbe consigliato a suo figlio di verificare la sua situazione con il consolato italiano. E qui avrebbe scoperto che il suo nome compare dal 2007 nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero, un elenco riservato ai cittadini italiani.
La scoperta potrebbe mettere a rischio la carriera politica di Matt Canavan, considerato uno dei più promettenti giovani del National Party. Nella conferenza stampa in cui ha annunciato le sue dimissioni, lui stesso ha detto di non voler abbandonare la politica, e le sue dimissioni riguardano solo la carica di ministro, non anche quella da parlamentare.
Canavan ha chiesto un parere legale per capire se la registrazione come cittadino italiano “sia valida in base alla legge italiana”. Il governo australiano, intanto, ha affermato di non considerarlo colpevole di aver violato la Costituzione, perché l’infrazione è avvenuta a sua insaputa e senza il suo consenso.
F.M.R.
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