E’ l’ultima novità sul fronte siriano. Riguarda piccole donne che devono avere compiuto quattordici anni per acconsentire ad essere inviate al fronte per soddisfare le ‘voglie’ dei ribelli impegnati a combattere il regime di Bashar al-Assad. Vengono reclutate dai salafiti nelle zone più povere della Tunisia, quelle rurali o popolari, e inviate in Siria per un ‘Jihad del sesso’: sono le donne scelte da associazioni pseudo caritatevoli e inviate al fronte in Siria per una nuova forma di Jihad. Queste unioni genereranno figli che resteranno illegittimi perché nati fuori dal matrimonio e che non verranno mai riconosciutidai padri. Che, sempre, saranno bollati con una ‘ X’. La nuova forma del Jihad sessuale non è altro che una prostituzione ”legittimata” degli estremisti religiosi in nome della”guerra santa”, come fa notare la stampa tunisina. ”Queste ragazze vengono per la maggior parte da quartieri popolari delle periferie delle grandi città o vengono reclutate da associazioni pseudo caritatevoli o cosidette religiose islamiche per soddisfare le pulsioni sessuali dei jihadisti in Siria”, scrive il sito tunisino ‘Kapitalis’, che si interroga su come le autorità debbano relazionarsi rispetto ai figli nati da queste unioni. ”Il numero delle tunisine e delle somale inviate in Siria è impressionante”, denuncia l’ avvocato Badis Koubakji, presidente dell’ associazione di soccorso ai tunisini all’ estero, citato da ‘Assabah News’. Non bastando le ragazze siriane, infatti, attraverso internet viene fatto appello alle musulmane nel mondo perché si rechino in Siria a fare la jihad, a condizione di essere praticanti, di portare il velo, meglio se integrale, di avere almeno 14 anni o essere ripudiate. E sembra che questo appello, appunto, sia già stato accolto da molte donne.
Il fatto è che i mujaheddin presenti in Siria hanno bisogno di donne, ma il loro integralismo complica le cose dal punto di vista religioso. Ecco allora l’intervento di un dignitario religioso saudita, lo Sceicco Mohammed al-Arifi che ha lanciato un appello per l’arruolamento di donne per la jihad in Siria, emettendo una fatwa dal titolo: “la jihad attraverso il matrimonio in Siria”. Si rendono così legali, dal punto di vista religioso, i rapporti sessuali dei mercenari islamisti presenti sul suolo siriano che siano celibi o lontani dalle mogli. Essi potranno, grazie a questa fatwa, contrarre un matrimonio della durata di un’ora, con donne non sposate o ripudiate. Soddisfatto il bisogno, il “mujaheddin Fi Sabil Illah” dovrà pronunciare tre volte il ripudio e il gioco è fatto. Un altro mercenario potrà sposare la stessa donna, e così di seguito. Gli autori di questa fatwa affermano che questa lecita autorizzazione ha per obiettivo “di consentire ai combattenti di esercitare il loro diritto ai rapporti sessuali, cosa che rafforza il loro coraggio e accresce le loro capacità e la morale durante il combattimento”.
Naturalmente questa forma di prostituzione volontaria assicurerà alle ragazze che accetteranno di diventare ‘donne di conforto’ per i combattenti del regime siriano – stando agli autori della fatwa – il paradiso.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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