Il Jobs Act continua a scatenare tensioni tra governo e sindacati. Dopo l’art.18, questa volta la polemica è contro il decreto attuativo che riguarda la “disciplina dei controlli a distanza” dei lavoratori. Il decreto, si legge in una nota del Ministrero del Lavoro, non fa altro che “adeguare a normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori alle innovazioni tecnologiche”.
Cosa cambia per i lavoratori. Le novità principali del decreto consistono nel precisare gli strumenti, le modalità e le circostanze in cui è possibile attuare un controllo a distanza del lavoratore. Nello Statuto dei lavoratori del 1970, ogni tipo di “impianti audiovisivi e altre apparecchiature” per i controlli a distanza era vietato o doveva sottostare ai limiti di un accordo sindacale. Ora invece, “l’accordo sindacale o l’autorizzazione ministeriale non sono necessari per l’assegnazione ai lavoratori degli strumenti utilizzati per rendere la prestazione lavorativa, pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore”. I tempi sono cambiati, e le aziende, che dotano sempre più i lavoratori di “strumenti di lavoro” come tablet, cellulari o pc, devono fare i conti con una realtà labile e nebulosa come quella di internet. Così, “in linea con le indicazioni del Garante della privacy”, il Governo sancisce che nel momento in cui tali strumenti sono consegnati al lavoratore per “adempiere la sua prestazione” essi rispondono ad “esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale”, e quindi non sono necessari prima accordi sindacali di alcun genere.
Diverso è il discorso per eventuali modifiche degli “strumenti di lavoro” applicate dall’azienda dopo la consegna: nel momento in cui essi diventano “strumenti che servono al datore per controllarne la prestazione”, le misure per il controllo a distanza potranno essere installate “esclusivamente previo accordo sindacale o, in assenza, previa autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro o del Ministero”. I dati raccolti, potranno essere utilizzati solo “per i fini connessi al rapporto di lavoro, a condizione che sia data al lavoratore adeguata informazione delle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli”. In caso contrario, “i dati raccolti non sono utilizzabili a nessun fine, nemmeno disciplinare”.
La reazione dei sindacati: “Siamo al Grande Fratello”. Mentre la segretaria nazionale della Cgil annuncia “battaglia in Parlamento”, Annamaria Furlan, alla guida della Cisl si propone d’intervenire “anche nelle Commissioni parlamentari” e il segretario confederale della Uil afferma che “il sindacato agirà nelle sedi opportune per chiedere il cambiamento di questo provvedimento”. Sembra dunque che i sindacati siano uniti nel percepire la modifica dello Statuto dei lavoratori come il primo passo verso una pericolosa liberalizzazione dei controlli aziendali nei confronti del lavoratore, malgrado le rassicurazioni venute dal Governo. Questa idea di “Grande Fratello”, afferma il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, “conferma l’idea di disinvestimento sul lavoro, che viene vista come merce giocata al ribasso, negando tutte le affermazioni fatte sulla lottà alla precarietà e sulla creazione di un mondo migliore”. Infine, secondo il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, “la norma rappresenta l’ennesimo strumento di un neoliberismo dalla faccia buona, ma di certo non meno sfrenato di quello antico”.
Entro il 16 luglio, il testo in questione dovrà ricevere l’approvazione delle Commissioni Lavoro e Bilancio di Camera e Senato. In caso di esito favorevole, dovrà poi essere discusso al Consiglio dei Ministri per il via libera definitivo.
P.M
(
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy