Antonini decide la sfida di Marassi
Una Juve così così ma meglio che a Reggio Emilia, Atene e con il Palermo domina ma spreca ed è lenta e anche un pò sfortunata: il Genoa, nell’unica occasione, al 94′, la punisce con Antonini. Una Roma non brillante ottiene con il Cesena il risultato pieno (2-0) con il minimo sforzo e aggancia i bianconeri in vetta. Si può riassumere così quanto avvenuto, nel turno infrasettimanale, nella lotta al vertice di un campionato che non ne vuol sapere di prendere un indirizzo preciso verso l’una o l’altra delle due contendenti il titolo.
La gioia incontenibile dell’autore del gol partita a Marassi
Al Ferraris, la Juventus ha comandato le operazioni sin dal principio ma è stata troppo prevedibile e nervosa (soprattutto in Vidal) nei primi 45′, più aggressiva e decisa nella ripresa ma palesando i limiti che, di partita in partita, stanno affiorando sempre più evidenti: la manovra più orizzontale e ragionata voluta da Allegri in luogo delle continue verticalizzazioni predilette da Conte rende la formazione bianconera più statica e dipendente dai lampi individuali davanti e non sempre Tèvez può essere il genio della lampada. Llorente, tornato al gol contro il Palermo, stavolta non va oltre un palo esterno colto nella prima metà di gara e il suo sostituto, Morata, conferma di essere molto più tonico (oltre che tecnico, ma questo si sapeva) del collega, ma meno chirurgico sotto porta. Se a tutto ciò si aggiunge l’ennesima giornata di grazia di Perin, ecco spiegata, almeno in parte, la sterilità offensiva dei campioni d’Italia. Il centrocampo, inoltre, non ha proposto idee convincenti e Allegri ha deciso di dare un turno di riposo ad Andrea Pirlo, ancora in ritardo di condizione ma pur sempre l’unico elemento in grado di innescare le punte con la dovuta regolarità. Una decisioni a posteriori infausta (per ritrovare la miglior forma, il regista di Orzinuovi ha bisogno di metter minuti nelle gambe), ma ancora troppo poco per mettere il tecnico livornese dietro la lavagna. In fondo, sabato già si ritorna in campo. Il Genoa, per contro, ha fornito una ptrestazione molto convincente sul piano difensivo concedendo poco agli juventini e quando non arrivavano le chiusure dei rossoblu (a proposito, eccellente il debutto del 17enne Mandragora), ci pensava un insuperabile Perin. E ora, Champions compresa, la Juve ha raggranellato un misero punticino nelle ultime quattro trasferte. Un campanello d’allarme neanche troppo piccolo: di questo passo non si va in paradiso.
Mattia Destro insacca l’1-0
Contemporaneamente, all’Olimpico, la Roma era chiamata, dopo la batosta con il Bayern e il pari forse prezioso ma non esaltante a Genova con la Samp, a centrare i tre punti con il Cesena, il più morbido tra gli avversari dei giallorossi in questo segmento di stagione ma, proprio per questo, insidioso. Pratica archiviata dopo soli 8 minuti grazie ad un semplice appoggio di Destro (e Callejòn, autore di un erroraccio da posizione persino più comoda, prenda esempio) su assist del solito Gervinho che tagliava come il burro una difesa romagnola scesa nella Capitale sin troppo timorosa. Il tecnico cesenate, Pierpaolo Bisoli, avrebbe poi spiegato che l’approccio eccessivamente titubante dei suoi poteva essere imputato all’ennesimo brutto infortunio accusato in pieno riscaldamento dallo sfortunato Marilungo. Possibile. Ma peccato per gli ospiti che, come avrebbe dimostrato il succassivo svolgimento della partita, avrebbero potuto impegnare più a fondo la Roma di quanto non abbiano fatto. Detto questo, va sottolineato anche che, al di là del brivido regalato ai presenti dal colpo di testa perdutosi a lato di un soffio da parte di Hugo Almeida, le palle-gol, non molte in questa serata, le ha avute tutte la squadra di Garcia. A nove dal termine, poi, una felice intuizione di De Rossi, che aveva chiesto al tecnico di ritardare di un minuto la sua sostituzione già chiamata, consentiva al centrocampista della nazionale di partecipare alla battuta di un angolo che lui avrebbe sfruttato per concretizzare il più classico dei 2-0. Partita con pochi spunti e contro un avversario troppo in soggezione per poter giudicare il reale stato di salute della formazione di Garcia in vista della delicatissima (speriamo solo sul campo) sfida del S.Paolo. Da segnalare, nel dopogara, la frase sibillina pronunciata da Mattia Destro: “E’ giusto che il tecnico faccia le sue valutazioni, io a fine stagione farò le mie. Le critiche? Qualcuno parla con la voce, io con i gol“. Uno sfogo duro ma sostanzialmente legittimo quello del centravanti romanista, mai apprezzato da tutto l’ambiente (tifoseria compresa, basti ricordare i commenti assai poco lusighieri al suo indirizzxo dopo un’altra traferta a Napoli, quella dello 0-3 in Coppa Italia del febbraio scorso) come meriterebbe. In ogni caso, per Garcia e i suoi, missione compiuta: tre punti, aggancio alla Juve ed energie preziose risparmiate per sabato.
L’acrobazia di De Rossi chiude la contesa
Quanto alle altre partite in programma, da segnalare la seconda vittoria consecutiva dell’Inter (non era mai capitato finora in campionato) maturata in zona Cesarini grazie ad rigore di Icardi che ha consentito a Mazzarri e ai suoi di allentare, sia pur temporaneamente, la tensione e di venire a capo di un rebus di difficilissima soluzione quale quello proposto dalla solidissima Sampdoria di Mihajlovic.
Il rigore di Higuaìn parato da Sportiello al 92′
Da batticuore la trasferta del Napoli a Bergamo: fanno sostanzialmente tutto gli azzurri, dal dominio territoriale (e di occasioni) nel primo tempo, al solito svarione difensivo che consente all’ex dal dente sempre avvelenato, German Denis, di timbrare il cartellino per la prima volta in stagione ( e per la 6° , tra Udinese e Atalanta, contro la sua ex squadra), al pareggio del ritrovato Higuaìn (fantastica la velocità con cui riceve, si gira e fionda in porta il pallone del pareggio), al rigore che lo stesso “pipita” si fa parare da un felino Sportiello in pieno recupero. In mezzo, il gol divorato in modo imbarazzante da Callejòn e l’espulsione di un altro ex partenopeo, Cigarini, subito prima del pareggio. Anche il Milan di Inzaghi non va oltre l’1-1 in trasferta ma con la differenza che a Cagliari sono i padroni di casa a dominare in lungo e largo e a sciupare l’impossibile dalle parti di Abbiati. Solo una prodezza individuale di Bonaventura ha consentito ai rossoneri di impattere la splendida marcatura di Ibarbo in avvvio. Poi, tanto gioco per i ragazzi di Zeman e Milan alle corde ma in piedi. Convincente il 3-0 della Fiorentina ai danni di un’Udinese comunque anche migliore dei viola nel primo tempo: la vittoria dei padroni di casa è stata propiziata da una doppietta (la prima in stagione) di Babacar. Da cineteca l’arresto in corsa di tacco e il bolide del 2-0 del senegalese. La terza rete porta la firma di Borja Valero e a Firenze tutti sperano che sia il sintomo di un ritorno ad alti livelli del centrocampista iberico. Infine, il Torino, battendo 1-0 il Parma, ingigantisce la crisi in cui versa la squadra ducale, mentre il Palermo ha vinto un autentico spareggio-salvezza contro un Chievo che avrà anch’esso molte difficoltà a mantenere la categoria.
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