La California dice NO alla plastica

Da sempre all’avanguardia per le politiche ambientali, ancora una volta San Francisco arriva prima : vieterà le bottiglie di plastica.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti, si sa, non è un tema delicato e comune a tutti i Paesi del globo terrestre. Ma uno stato come la California ha iniziato a prendere i provvedimenti del caso.

Già nel 2007, ad esempio, San Francisco fu la prima città americana a bandire i sacchetti di plastica dai supermercati. Sempre nel 2007, il sindaco Gavin Newsom firmò un ordine esecutivo che proibiva l’uso di fondi pubblici per l’acquisto di bottiglie d’acqua di plastica, ordine poi replicato in oltre cento altre municipalità in giro per il Paese, in stati come Colorado, Connecticut, Illinois, Maryland, New York e Vermont. Si era dunque dato il via ad una campagna che mira a vietare completamente il commercio di acqua in bottiglie di plastica entro i propri confini.

La settimana scorsa il consiglio comunale, che a San Francisco si chiama Board of Supervisors, ha votato all’unanimità in favore di un’ordinanza che comincerebbe con il proibirne la vendita agli eventi organizzati in luoghi di proprietà municipale.

Sappiamo bene che sulla lotta al cambiamento climatico e sulla difesa dell’ambiente San Francisco fa da molto tempo da apristrada”,

ha dichiarato alla stampa David Chiu, presidente del consiglio comunale e autore del disegno di legge.

Questa iniziativa rientra negli ambiziosi ed ammirevoli piani della città di liberarsi entro il 2020 di tutti quei rifiuti che oggi finiscono negli inceneritori o nelle discariche.

Si tratta di una misura quanto mai necessaria in tutto il Paese, se si considera che gli americani consumano circa 50 miliardi di bottiglie di plastica all’anno (una media di 167 per persona), di cui il 75% non viene nemmeno riciclato. Questi dati sono stati raccolti nel 2007 da Charles Fishman, giornalista investigativo e autore di un libro pubblicato nel 2012 sull’industria dell’acqua (The Big Thirst). Fishman calcola anche che nel 2006 gli americani hanno speso di più, circa 15 miliardi di dollari, per acquistare bottiglie di acqua di plastica che per comprare biglietti di cinema o Ipod.

Oggi, il settore registra un giro d’affari da 60 miliardi di dollari l’anno. Se si considera che una bottiglia di plastica ci mette circa mille anni a biodegradarsi, si fa presto a immaginare il tipo di danno che questa abitudine contemporanea sta infliggendo sul Pianeta.   Ecco quindi che San Francisco prova a reagire alla situazione prima che sia troppo tardi. Nello specifico, la misura proposta da Chiu, che entrerà in vigore solo se sarà firmata dal sindaco Ed Lee a fine mese, proibirebbe, a partire dal primo ottobre di quest’anno, la vendita di acqua in bottiglie di plastica di dimensioni inferiori ai 620 millilitri durante gli eventi al coperto. E a partire dal 2016 si applicherebbe anche a quelli all’aperto. Sarebbero esenti manifestazioni sportive come le maratone, mentre altre come il Gay Pride avrebbero tempo fino al 2018 per ottemperare alle nuove regole. Questo genere di divieto è già per altro in vigore, dall’inizio 2013, nella città di Concord in Massachusetts, dove sono bandite però solo le bottiglie di meno di 1 litro.

Ovviamente il caso non ha destato poche polemiche sopratutto tra i grandi delle aziende di beverage:

L’acqua fa bene e la gente dovrebbe essere libera di berla nella maniera che preferisce”,

ha dichiarato la ABA( American Beverage Association) in un comunicato stampa. Per tutta risposta, Chiu promette l’installazione di nuove fontanelle d’acqua in giro per la città dove si possano facilmente riempire i contenitori che ci si porta da casa.

Ambizione ammirevole. Ne prenderà atto anche l’Italia? Staremo a vedere.