Lavoro e fisco al centro dello sciopero generale della Cgil di venerdì 6 maggio, il quarto con l’attuale governo Berlusconi. Secondo l’osservatorio del sindacato, la quota complessiva tra disoccupazione e inattività è arrivata al 18 per cento, senza contare le tante vertenze irrisolte (Vinyls, Merloni, Fincantieri, Eurallumina, Omsa, Phonemedia, Firema, Tirrenia, Basell), il boom della cassa integrazione (con il taglio di reddito pari a circa 2mila euro per ogni lavoratore), la questione dei precari, il Sud lasciato indietro, la maxi manovra in arrivo sui conti pubblici.
Sul fisco, la richiesta è di un intervento di giustizia sociale a partire dal carico eccessivo su dipendenti e pensionati, e di trovare le risorse necessarie alla crescita, finora accumulate solamente nei grandi patrimoni e nelle transazioni finanziarie. Dopo il primo maggio e l’invito della segretaria generale di Corso Italia, Susanna Camusso, a “ragionare seriamente” sull’unità tra i sindacati, la Cgil segna dunque una nuova tappa della mobilitazione nei confronti dell’esecutivo “impegnato – si legge in una nota – in un’operazione di puro galleggiamento”. Ed è in questa chiave che “lo sciopero sarà politico – afferma ancora il sindacato – afinché la politica torni a essere lo straordinario strumento per migliorare le condizioni delle persone”. L’astensione dal lavoro sarà di quattro ore, ma sedici regioni l’hanno estesa all’intera giornata: Piemonte, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia. Otto ore di stop anche in alcune province: Genova, Milano, Bergamo, Brescia, Brianza, Como, Cremona, Lodi, Lecco, Varese, Valcamonica, Catania, Cagliari e Sassari. Camusso sarà a Napoli per la manifestazione regionale della Campania (da piazza San Francesco alle 9 con il comizio in piazza Dante). Pubblico impiego e scuola: sciopero dell’intera giornata anche a sostegno del rinnovo dei contratti del settore bloccati dalla manovra estiva 2010 del governo. Negli ospedali garantite le prestazioni essenziali, potranno essere rinviate le visite ambulatoriali. Trasporti: si fermeranno per quattro ore i lavoratori Filt dell’intero settore mobilità (aerei, treni, navi e bus), con modalità diverse per settore e rispettando le fasce di garanzia. Il personale non addetto alla circolazione si fermerà per otto ore. Banche: per i lavoratori del settore la Fisac ha esteso lo sciopero all’intera giornata. Commercio e turismo: nei due settori lavorano quasi tre milioni di dipendenti. In questo caso lo scioperò si estende al’intera giornata anche per protestare contro l’accordo separato sul nuovo contratto. Anche per edilizia, legno e gli altri comparti delle costruzioni, le ore di sciopero sono state estese a otto. In particolare la Fillea vuole sottolineare la crisi in cui si trova il settore e chiedere il rilancio degli investimenti pubblici. Metalmeccanici: anche qui la Fiom ha esteso la protesta a otto ore. Poste e telecomunicazioni: otto ore per le poste e per l’intero comparto delle Tlc. Scioperano anche i lavoratori della Rai aderenti alla Cgil per l’intera giornata, ma anche quelli dello spettacolo e della produzione culturale, sempre per l’intera giornata. Resta di quattro ore lo stop per i lavoratori del settore alimentare, della chimica e del tessile, salvo casi specifici nei quali la protesta è estesa.
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