La commedia italiana rende omaggio a Scola

Ettore Scola desiderava essere salutato così, perché tutta la sua vita l’ha dedicata soprattutto a quest’arte e oggi alla camera ardente allestita presso la Casa del Cinema di Roma è la Commedia italiana stessa che gli rende omaggio. Grandi nomi e persone comuni hanno affollato il piccolo edificio circondato dai bellissimi giardini di Villa Borghese per ricordare non solo un grande regista ma un importante porzione del cinema che ha raccontato e fatto la storia degli italiani.

Giorgio Napolitano, Eugenio Scalfari, Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini per primi hanno attraversato la folla in silenziosa attesa e sono passati sotto lo sguardo composto dei due corazzieri in divisa per rendere un ultimo omaggio ad Ettore. Il feretro, sobriamente posto al centro della sala principale della Casa del Cinema, e lo schermo che proiettava le immagini del cineasta e dei suoi capolavori rappresentavano la scenografia dell’ultimo saluto a Scola. Nel corso del mattino, freddo ma soleggiato, si sono susseguiti così attori e registi: commossa Sofia Loren, silenzioso Paolo Sorrentino, Giancarlo Giannini, Giuseppe Piccioni, Sabrina Impacciatore, Francesco Maselli, Enrico Montesano, Sandro Veronesi, Ricky Tognazzi, Simona Marchini, Carlo ed Enrico Vanzina, Paolo Virzì.

Un avvicendarsi di personaggi che ricordano il valore e l’influenza che la commedia italiana ha avuto e di fatto ancora ha  sulla cultura e sulla società di questo paese. L’omaggio, spontaneo e sentito, reso oggi a Scola alla Casa del Cinema illumina sull’importanza di un genere artistico con cui grandi registi come lui hanno saputo raccontare l’Italia e gli Italiani con le loro storie, le loro tradizioni e i loro pregi e difetti. Da Campanile, Monicelli, Risi, Magni per arrivare ai più recenti Vanzina e Virzì, il lavoro di regia di questi professionisti,  con le sue tante successive evoluzioni, ha regalato al cinema italiano commedie che hanno saputo rappresentare con ironia e schiettezza, a volte garbata a volte pungente, la realtà e il volto di un popolo nei i suoi tanti vizi e nelle sue significative virtù.

Una stagione straordinaria della storia del cinema che ha lasciato un segno di tutto rispetto. Lo stesso rispetto con cui Scola era solito presentarsi in ogni circostanza professionale, dal set delle riprese ad un’intervista, indossando sempre giacca e cravatta soprattutto in ossequio ad una forma d’arte, prima ancora che di intrattenimento, degna di considerazione.

Considerazione che ancora oggi desiderano offrire al cinema italiano registi come Daniele Lucchetti, Marco Turco, Valerio Jalongo e Carlo Lavagna, presenti alla Casa del Cinema, oltre che per salutare Scola, anche per sostenere i progetti della Rete degli Spettatori. Insieme hanno ritenuto opportuno non rinviare la conferenza stampa prevista per oggi sebbene fosse in contemporanea con l’apertura della camera ardente. “Ad Ettore” ha spiegato Daniele Lucchetti “avrebbe fatto piacere sapere che, nonostante tutto, coloro che amano il cinema si sforzano di cercare spazi e opportunità anche per i film italiani che sono al di fuori delle logiche di mercato ma che rappresentano ottimi prodotti nazionali degni di essere visti e apprezzati dal pubblico“. “E’ giusto” ha proseguito il regista “provare gratitudine per quei film che rappresentano porzioni di storia. Il cinema del passato è una miniera di piacere e al tempo stesso un modo di rappresentare, comprendere e spiegare la realtà per immagini che non deve essere ristretta a circoli di specialisti“. In questo ambito e con questi propositi si muovono i progetti proposti dalla Rete degli Spettatori in collaborazione con il Miur, il Mibact e numerosi esercenti privati delle province italiane.

Vania Amitrano