La corrispondenza

La scomparsa di David Bowie ha posto un po’ in ombra l’assegnazione dei Golden Globe 2016, ma mentre in Italia  si attende la proiezione di The Revenant, prevista per il prossimo 16 gennaio, il premio ricevuto da Ennio Morricone ricorda l’imminente uscita di un altro film molto atteso, La corrispondenza di Giuseppe Tornatore, di cui il maestro ha composto la colonna sonora.

Tornatore e Morricone sono legati ormai da anni da una profonda amicizia e da una storica e collaborazione professionale di grande successo. Regista e compositore nutrono l’uno per l’altro, oltre che un grande affetto, anche una radicata vicendevole stima che ha convinto Morricone, nonostante l’età e gli impegni ancora numerosi, ad accettare di realizzare la colona sonora dell’ultimo lavoro dell’amico.

Una colonna sonora ricca di variazioni in cui si alternano movimenti moderni a sequenze più serene tranquille per “un film” dice lo stesso Morricone “ben scritto, come un romanzo“. “La corrispondenza è stato un lavoro difficilissimo” prosegue il compositore.

Si tratta in effetti di un film non facile sia per il genere, una storia d’amore romantica  con una punta di mistero e un forte richiamo alle moderne tecnologie,  che per la sfida che comporta, ossia il confronto con il precedente successo del regista La migliore offerta.

La corrispondenza racconta una storia dai toni fortemente intimisti. Attraverso un percorso tutto interiore la protagonista, una studentessa universitaria di astrofisica, sollecitata da una singolare corrispondenza, scopre se stessa e le ragioni di alcuni suoi pericolosi atteggiamenti. L’idea della storia è assai originale, ma, sebbene Torantore avesse il progetto in cantiere già da alcuni anni, ha dovuto attendere che i tempi, dal punto di vista dell’evoluzione delle moderne tecnologie di comunicazione, fossero più maturi per poter giustificare passaggi del racconto che anni addietro sarebbero stati considerati assolutamente irrealistici.

Jeremy Irons, protagonista maschile della storia, interpreta il ruolo di un professore universitario di astrofisica, Ed Phoerum, che ha una coinvolgente relazione clandestina con una giovane e bella studentessa, Amy Ryan (Olga Kurylenko). Come ogni storia d’amore riesce ad appassionare proprio per il carico di sofferenza che un sentimento così forte e profondo, ostacolato dalle circostanze, comporta nei due protagonisti. Le stelle che i due astrofisici studiano offrono poi lo spunto per la romantica metafora dell’amore che cerca di travalicare i limiti del tempo e dello spazio.

In una storia di questo genere non mancano passaggi stucchevoli, che rischiano di suscitare una certa noia. Tuttavia non è questo il vero nodo problematico del film, il tormento interiore della protagonista infatti riesce spesso a riportare il racconto ad un contesto certamente più cupo ma meno melenso.

Per le sue atmosfere un po’ tristi e poetiche La corrispondenza risponde a pieno ai canoni narrativi di Tornatore, ma risente di una eccessiva staticità delle sequenze. Il film riesce a commuovere e affronta temi toccanti senza lesinare riflessioni anche profonde, ma la costruzione del racconto a tratti comporta delle forzare sul piano del realismo drammatico che disturbano e appesantiscono.

Restano le suggestive inquadrature che da sempre Tornatore sa regalare, che incorniciano e impreziosiscono di molto la storia. La corrispondenza è stato girato tra Edimburgo, una non ben precisata località inglese e l’incantevole paesaggio di Orta, in provincia di Novara, piccola isola che nel film prende il nome di  Borgo Ventoso. Luoghi che aggiungono un indubbio fascino alle sequenze del film.

Vania Amitrano