“Ma guarda che bel corpicino. Un giorno farai l’indossatrice”. Ed ecco che in un bar affollato come possono esserlo quelli che sfornano buoni lieviti da inzuppare nel cappuccino, a questa esclamazione più di una persona si volta a cercare la proprietaria di questo ‘bel corpicino’… Incredibile: ha non più di tre anni tanto che la sua mamma la tiene saldamente per mano! Nessuna digressione su come si possa ‘intuire’ nel fisico di un bambino quasi ancora in fasce le potenzialità di chi un giorno sopporterà le fatiche di una passerella. Quello che fa orrore è l’esistenza di menti adulte malate, spesso appartenenti a madri che sperano per le figlie il successo che a loro è mancato e per questo le spingono a mettersi in posa (assumendo anche atteggiamenti poco convenienti) per book fotografici da far circolare nei concorsi. La Francia finalmente grida il suo sdegno con l’emendamendo alla legge che vieta i concorsi di bellezza a ragazze al di sotto dei 16 anni. Lo ha presentato dalla senatrice ed ex ministro dello sport, Chantal Jouanno. “Non lasciamo credere alle nostre ragazze più giovani che valgono solo per il loro aspetto – ha ammonito la senatrice – Non lasciamo che gli interessi commerciali abbiano la meglio su quelli sociali”. Stop dunque con le “mini – miss”, fenomeno traghettato dall’America, che in Europa, soprattutto in Italia, ha trovato un terreno fin troppo fecondo, suscitando polemiche sotto diversi aspetti di natura etica e psicologica. Il senato francese ha approvato nei giorni scorsi la legge e il testo ora dovrà essere sottoposto all’Assemblea nazionale prima di entrare in vigore. Il ddl, che ha registrato un solo voto contrario, prevede la condanna a due anni di reclusione ed una multa di 30 mila euro per le persone coinvolte nell’organizzazione di questo genere di manifestazioni che solo negli Stati Uniti procura un giro d’affari di circa 5 miliardi di dollari l’anno. In passato dall’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry che pubblicò uno studio a riguardo fu lanciato un allarme: secondo i ricercatori, che avevano partecipato attivamente alle gare condividendo la vita delle baby miss, queste iniziative fanno male all’autostima ed alla salute, presente e futura, delle protagoniste. Senza contare che le immagini messe in circolazione su riviste e internet vanno spesso ad arricchire gli archivi di pedofili ancorché a stimolarne le patologiche fantasie. A.F.