Il leit motiv di quest’ultimo weekend di campionato era legato all’ipotesi di tricolore già appuntato sulle maglie bianconere al termine del derby della Mole, ma la rotonda vittoria esterna del Napoli a Pescara (e ci si chiede come la Roma abbia potuto farsi bloccare da una squadra ormai in vacanza…) sabato sera aveva già fugato i dubbi e tolto ulteriore sale alla stracittadina torinese, giocata il giorno dopo sotto un diluvio. La Juve, comunque, dopo novanta minuti molto combattuti, ha fatto il suo confezionando un inglese 2-0 nel finale di una gara dove, però, più che dei marcatori Vidal e Marchisio, si ricorderà l’infelice topica dell’arbitro Bergonzi ( non nuovo a sviste del genere, per chi rammenta la pessima direzione di Fiorentina-Lazio) che avrebbe dovuto concedere un sacrosanto rigore al Torino pochi istanti prima del vantaggio juventino. Ora i granata sono risucchiati a quattro punti dall’accoppiata Genoa ( vittorioso a Verona con il Chievo)-Palermo (in grande spolvero i rosanero, castigatori dell’Inter) e qualcosa rischiano ancora. Per la Juve, invece, un punto in casa proprio contro il Palermo nel prossimo turno e sarà scudetto ( e lasciamo ad altri stabilire il numero esatto di “tituli” di Madama). È stata una domenica che ha visto l’amletica Roma di Andreazzoli mostrare il proprio volto migliore dopo la veemente strigliata subita dal tecnico al termine del brutto pareggio interno con il Pescara. A far le spese della ritrovata verve giallorossa un Siena, sceso in campo carico di motivazioni, essendo in piena corsa per la salvezza e in buona condizione, ma uscito dall’Olimpico appesantito da quattro schiaffoni di cui addirittura tre a firma di Osvaldo che, dopo aver rotto il lungo digiuno a Torino, ha voluto zittire tutti i suoi detrattori con una prestazione da applausi. Che, però, non serviranno a ricomporre una frattura ormai insanabile con tutto l’ambiente. Peccato. L’italo-argentino ha dimostrato che, se vuole, è un attaccante con i fiocchi. La Lazio, invece, non è andata oltre uno scialbo pari a reti bianche al Tardini con il Parma, proseguendo un digiuno di successi esterni che dura dal 22 dicembre a Genova con la Samp. Partita modesta giocata al piccolo trotto da entrambe le squadre con i ducali più aggressivi e veloci nel primo tempo e i biancocelesti un po’ più risoluti nella ripresa ma con le polveri bagnatissime. Finale convulso con l’espulsione per doppio giallo di Biava, gol annullato giustamente al Parma e rete di Kozak già esultante sotto gli occhi di mister Petkovic che non credeva a tanta grazia, parimenti annullata per un millimetrico offside. Per chiudere il capitolo riservato alle romane, è attesa per stasera la decisione del Prefetto che dovrebbe porre finire alla telenovela di data e orario del derby di Coppa Italia. Dovrebbe esser confermato il 26 maggio con calcio d’inizio alle 18. Qualche incertezza ancora sulla gestione dei tagliandi nei settori “nobili”: si va verso la vendita delle Tribune ai possessori della fidelity card per poi procedere all’assegnazione libera dei tagliandi in caso (ma non accadrà) avanzassero biglietti di Curva.
La Fiorentina prosegue nel suo magic moment maramaldeggiando sui resti della Samp a Marassi con un 3-0 che costringeva il Milan a giocare il posticipo serale con il Catania sotto pressione. Bravi i rossoneri a superare la strenua resistenza etnea recuperando prima da 0-1 e poi da 1-2 per chiudere con un convincente 4-2 in cui il grande protagonista è stato Pazzini, autore di una doppietta pesantissima. Per il momento, terzo posto ancora rossonero ma la viola preme. E, nel prossimo turno, ci sarà un Fiorentina-Roma tutto da gustare. L’immagine del giorno, però, ce l’ha regalata il Renzo Barbera. E non è stata una bella istantanea. La smorfia di dolore di capitan Zanetti costretto alla barella per una rottura al tendine d’Achille ha colpito veramente tutti. Attestati di solidarietà pervenuti da tutte le società, tralasciando per qualche ora i veleni di antichi dissapori. Tutti a sostenere lo sfortunato capitano nerazzurro che, alla soglia dei quarant’anni ( li compirà il 10 agosto), vede seriamente a rischio la carriera. Anche se, da indomito combattente quale è, ha già dato l’appuntamento alla prossima stagione. In bocca al lupo.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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