La notte prima del giorno in cui scopri di avere un tumore. Che è anche la notte un mese e mezzo prima della data fissata per il tuo matrimonio. Una notte che può anche diventare quella prima del giorno in cui scegliere di vedersi bella, splendida, in barba alla malattia che ti consuma.
E’ la storia di Alessandra Di Iorio, giovane donna che a 38 anni – vestito pronto per la cerimonia nuziale, partecipazioni inviate e viaggio di nozze prenotato – scopre di avere un tumore al seno metastatico. Era il primo aprile del 2014, ” il giorno dopo aver scelto il complesso che avrebbe suonato al nostro matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare il 24 maggio”, racconta l’interprete principale di questa storia che ha ispirato un corto d’autore presentato quest’anno alla a Venezia. “La notte prima”, è il titolo della storia di amore (vero) e di sostegno (vero), dove il coprotagonista è l’uomo poi diventato suo marito, Maurizio Zambruno.
“Il vestito già perfetto, le partecipazioni già spedite, i sogni tutti dentro al viaggio di nozze, ai figli ‘che magari siamo ancora in tempo’ a 38 anni. Io un matrimonio non lo avevo mai sognato ma ero così felice che quasi mi vergognavo, ero innamorata avevo un bel lavoro, una casa piena di luce e progetti, tutti i miei affetti erano lì intorno a me. E poi per un po’ tutto è andato veloce e nello stesso tempo tutto si è fermato, mi sembrava di guardare la mia vita da spettatrice, non sta succedendo a me, non sono io ad avere un cancro her2 positivo al seno destro con metastasi al fegato. È stato lui a disdire tutto, lui a sorridermi sempre, lui a mantenere la rotta, lui a continuare a prendermi in giro anche da pelata, a guardare il mio petto vuoto a metà desiderandomi ancora, a continuare a fare progetti, ad arrabbiarsi con me per le cose futili. Sono stati i miei amici a modificare abitudini per portarmi a cena quando “è quel che giorno che non hai nausea”, è stata Mirella a portarmi il “bagnoschiuma che non gratta” ed è stata mia madre a smettere di piangere quando le ho chiesto di non farlo più, mio fratello a chiamarmi per raccontarmi le banalità di una giornata per farmi uscire da me, mio padre a coricarsi con me in una giornata di infinito dolore, il mio capo a dirmi “sono con te fai tutto quello che devi per star bene noi siamo qui”, i miei suoceri a sorridermi ogni sera.
E sono stata allora io a capire, tutta quella felicità era ancora lì tutta intatta solo che non era più la sola grande della mia vita, ora toccava scegliere cosa fare di quello che rimane.
Costa fatica avere paura, costa fatica non dimenticarsi che ogni giorno vale la pena, costa fatica provare dolore, costa fatica sentire il tempo che si restringe ma darci la possibilità di essere felici è il minimo che possiamo pretendere da noi stessi e la cosa più preziosa che possiamo dare a chi, con una fatica diversa ma non meno grande, ci accompagna. Il 4 luglio del 2015 ci siamo sposati, lui era bellissimo, io un po’ troppo gialla e con i capelli un po’ troppo corti ma ogni giorno come allora scelgo di vedermi splendida”.
E la vita continua nella normalità e nella straordinarietà del quotidiano, racconta Alessandra, combattendo ma anche divertendosi e litigando come ogni coppia.
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