“La Nutella piace alla Nestlé. Ma Ferrero dice no”. La notizia è apparsa questa mattina su uno dei quotidiani nazionali a più larga diffusione. E ha stupito e gettato non poco scompiglio. A partire dall’Azienda produttrice, che si è affrettata a smentire le voci di una possibile cessione. Da Alba dicono: “Il nostro gruppo non è in vendita”, mentre gli svizzeri mantengono il riserbo.
Anche la Banca Imi, citata nell’articolo che ha annunciato questa ipotesi di ‘nozze’, rimane allibita e sottolinea di “non essere a conoscenza di alcuna operazione che coinvolga Ferrero e Nestlé” né, tantomeno, di “alcun contatto formale o informale”.
La notizia rischia di creare una nuova psicosi: sono già molti i gioielli di casa Italia venduti all’estero. Solo nel campo dell’agroalimentare: Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli; poi Star, Fiorucci, San Pellegrino, Peroni, Pernigotti, Buitoni, Gancia, Carapelli, Galbani e Orzo Bimbo. Per non parlare di l’altro Made in Italy, quello del settore moda e abbigliamento, nelle mani dei francesi o di qualche emiro.
Il gruppo Ferrero da anni è diventato una multinazionale dell’alimentare, tant’è che oramai realizza in Italia solo il 20% dei suoi ricavi, ed esporta quasi un terzo della sua produzione locale (circa 750 milioni su 2,5 miliardi). Due terzi del fatturato del gruppo vengono invece realizzati in Europa, e il resto in varie aree del mondo.
Entrare a far parte di questo colosso significherebbe per l’azienda, a conduzione familiare fin dall’origine nel 1942, cambiare passo. Ma il gruppo piemontese si trova ora ad affrontare un delicato passaggio generazionale, perché oggi il titolare Michele Ferrero (successo al padre, Pietro) ha ben 88 anni ed un solo figlio, Giovanni, oggi amministratore delegato di Ferrero, impegnato nell’azienda dopo la scomparsa del primogenito, Pietro come il nonno, nel 2011 in Sudafrica per infarto.
Per pubblicizzare il prodotto numero uno dell’Azienda, la Nutella, sul mercato dal 20 aprile 1964, la Ferrero ha avviato una nuova campagna pubblicitaria colossale, on air dalla fine di settembre, quella con il claim “Il buongiorno ha un nuovo nome, il tuo”.
Sugli autobus, sui cartelloni lungo le strade, tra gli spot in tv, la campagna evidenzia come “da sempre c’è un po’ di Nutella nella nostra vita e un po’ della nostra vita in Nutella. Per questo non importa come ti fai chiamare o come ti chiamano gli altri, per Nutella rimani sempre lo stesso”.
A marzo Nutella si è attestata su Facebook come il brand leader con più di 2,9 milioni di fan italiani e 4,6 milioni di sostenitori totali (il dato è di Social Analytics, Blogmeter, azienda leader nella rilevazione delle conversazioni e delle attività online). Un successo ineguagliabile, tanto da dedicare una Giornata mondiale che si festeggerà per la prima volta il 5 febbraio del 2014.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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