Giorno fatidico l’8 marzo. Una data importante per le donne, una data importante per chi con le donne non ha mai trovato il metro giusto, per conoscerle apprezzarle, amarle e soprattutto rispettarle. Stiamo parlando del produttore cinematografico hollivoodiano Harvey Weinstein: la polizia di New York avrebbe raccolto “prove considerevoli sui suoi stupri”. L’arresto sarebbe solo questione di ore. Manca solo un provvedimento del procuratore speciale Cyrus Vance perchè il PDNY trasferisca in carcere uno degli uomini più potenti, per tanti anni, del mondo della cinematografia mondiale.
Contro di lui ci sono le testimonianze di decine di donne violentate contro la loro volontà o manipolate e ricattate sul piano del lavoro. Sesso in cambio di lavoro. Era questa la formula tanto cara al produttore che era riuscito a mettere in piedi un impero che anche se prossimo alla bancarotta viene ancora valutato intorno al mezzo miliardo di dollari. Weinstein, abbandonato da tutto il mondo della celluloide e citato in diversi tribunali degli stati uniti rischia una pesantissima condanna a decine di anni di galera. Dopo aver cercato di evitare il peggio, cercando l’aiuto della potente lobby ebraica americana e dello stesso Mossad che avrebbe cercato di intimorire e condizionare, molte delle sue accusatrici, Weinstein, un mese fa, ha gettato la spugna e si è rifugiato in una clinica per curare le sue fobie sessuali.
Asia Argento è una delle prime vip che ha denunciato il noto produttore statunitense Harvey Weinstein per molestie subite vent’anni prima. L’attrice aveva solo 21 anni quando interpretò Beatrice, una ladra, nel film B.Monkey prodotto dall’americano e poi distribuito dalla Miramax. Ronan Farrow, figlio di Mia Farrow e Woody Allen sottolineò al New Yorker: “In una serie di emozionanti e lunghe interviste Asia Argento mi ha detto che Weinstein l’ha aggredita quando lavoravano insieme”. La stessa Asia Argento sottolineò che non aveva mai raccontato niente perché aveva paura di ritorsioni sia sul lavoro che tanto più nella sua vita privata e spiega: “So che ha distrutto tante persone prima. Questo è il motivo per cui questa storia non è mai venuta fuori. E’ tutto vero quello che c’è scritto sul New Yorker. Ora però lasciatemi in pace”. Parole che hanno scosso il pubblico e sicuramente hanno acceso la polemica e il caso Weinstein.
Le accuse mosse dalla figlia del re del noir nei confronti di Weinstein hanno innescato la miccia delle denunce che a raffica hanno colpito Weinstein: un impressionante numero di accuse e denunce – le attrici come Rose McGowan, Ashley Juddm la modella Anna Battilana, tanto per citarne alcune – hanno trovato il coraggio di denunciare quel mostro dando il via ad una vera e propria rivoluzione, che vanno dalle molestie allo stupro.
Il produttore ha sempre negato, ma nella causa intentata dal procuratore newyorkese si parla addirittura di “wing girls” alle dipendenze dello studio, il cui compito era procacciare potenziali vittime, mantenere spazi liberi negli uffici e nell’agenda del produttore per gli incontri sessuali e finanche somministrargli Viagra per assicurare la buona riuscita dei poco galanti incontri. Schiacciato dal peso delle accuse, Weinstein si è ritirato in una clinica per curare la sua dipendenza da sesso. Ma la sua sparizione non è servita a fermare la pioggia di denunce.
Oggi la Weinstein Company, sull’orlo del baratro dopo lo scandalo degli abusi sessuali, ha dichiarato bancarotta. Ma le cose per Harvey Weinstein si complicato ulteriormente: il destino ha voluto che il gruppo di investitori intenzionato ad acquistare la Compagnia che ha prodotto i film più belli della storia del cinema, ha cancellato l’accordo citando informazioni insoddisfacenti sulla fattibilità dell’intesa.
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