La Repubblica delle lenzuola sporche

Doveva essere una battuta ad effetto, di quelle che piacciono tanto ad un personaggio verace ed irruente che risponde al nome di Alessandra Mussolini, novella Anita Garibaldi armata di virtù e coraggio, schierata decisamente contro un mondo politico connotato da sempre da ipocrisia ed opportunismo. Soprattutto quando si parla di donne. I fatti sono noti. Gasata ed eccitata da un appuntamento con le folle, la Alessandra nazionale, fedele al personaggio dell’eroina nera dell’anticonformismo parlamentare, nel ricordare il “tradimento” dell’ex ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolano passata, armi e bagagli, da Berlusconi all’Ncd di Alfano, non ha badato a malizia e cattiveria. Potremmo dire calcolata e studiata nei minimi particolari a fini mediatici,. E così la nipote del Duce per  ricordare ai suoi surriscaldati aficionados i “meriti” politici dell’ex forzista, ha scandito con disinvolta ma sterile furbizia queste parole: “So come è diventata deputata, ma non lo dico…”.

Una volgarità? Sicuramente sì, ma anche mancanza di cautela e buon senso. Perché la Mussolini, a giudicare almeno dalle reazioni scatenate delle avversarie, non ha voluto offrire nemmeno la possibilità di un legittimo dubbio, ribadendo nel corso di un’intervista che “ognuno diventa deputato seguendo la propria strada, le proprie inclinazioni, e lei lo ha fatto a modo suo”. La replica dell’interessata non si è fatta attendere e la spada vendicatrice della risposta precipita la Mussolini nella dolorosa storia a luci rosse di suo marito, Mauro Floriani, condannato per essere finito in un giro di baby squillo della Roma bene pariolina.

Apriti cielo. Ovviamente. E scatta la mobilitazione generale contro l’avventuriera, abituata evidentemente a verificare la nobiltà della dialettica politica dal grandangolo delle lenzuola e delle corna. Dei tradimenti appunto. “Squallida”, “volgare”, “indecente”, “mascalzona” e poi l’accusa, da destra soprattutto, che dovrebbe suonare come la più esecrabile per una donna: “sessista peggio degli uomini”. E nel plotone d’esecuzione, guidato dalla presidente della Camera Laura Boldrini, deputate e  senatrici  tra le più in vista e le più attive del Parlamento italiano.

Certi che quest’affondo dell’europarlamentare Mussolini non è stato il primo e non sarà nemmeno l’ultimo, quello che lascia basiti, è che nessuna delle protagoniste che hanno cercato un posto d’onore in questo teatrino dell’ipocrisia ha voluto attendere un minuto per evitare di finire nel tritacarne delle cattiverie e del gossip dei veleni. Ed ecco la Santanchè che dimenticando di aver iniziato la propria carriera politica posando nuda in un calendario per soli uomini(cosi come la Mussolini e la Carfagna), oggi ricorda, con un accostamento decisamente azzardato, che l’ex presidente della Camera Nilde Iotti, amante storica di Palmiro Togliatti la propria carriera l’avrebbe iniziata “negli scantinati di Botteghe Oscure”.

Cosi facendo si potrebbe andare avanti per ore e ricordare le sdegnate smentite di tanti personaggi più o meno in auge che sul gossip hanno costruito la propria fortuna e le delizie di milioni di italiani invitati a partecipare alla fiera della maldicenza. Per denunciare la stupida gravità di simili comportamenti  ed affermazioni, basti ricordare l’ex premier Silvio Berlusconi, quando nelle intercettazioni telefoniche che lo riguardavano, faceva, divertito,  agli amici e alle amiche di turno,  impietosi resoconti sui servizi sessuali di molte donne, belle o meno belle, che successivamente avremmo rivisto con incarichi più o meno importanti, nei due rami del Parlamento. Questa è la vita “sporca” della politica, una politica becera e destabilizzante, lontana dai cittadini, fanalino di coda delle miserie nazionali dove quello che proprio non va giù, è la profonda ipocrisia e le bugiarde verità che opportunisti di ogni risma, con o senza gonnella, più o meno vestiti, più o meno fedigrafi o mascalzoni, vogliono contrabbandare come “dialettica politica” .