Grillo oggi. Il giorno dopo quello che aveva definito un ‘golpe’, liquidando così la scelta del Napolitano-bis alla presidenza della Repubblica. Il ‘colpo di Stato’ in atto ieri oggi è stato ridimensionato dallo stesso leader del M5S a ‘golpettino istituzionale furbo’. E quella ‘marcia su Roma’ annunciata a caldo, dopo avere capito che andava archiviata la speranza di vedere il loro candidato, il giurista Stefano Rodotà sul colle del Quirinale, era solo una discesa dal Friuli nella Capitale per seguire da vicino quello che stava accadendo. . “Il M5S da solo non può cambiare il Paese. E’ necessaria una mobilitazione popolare”, aveva scritto sul blog, “sarò davanti a Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario”, aveva assicurato il comico genovese.
Poi l’inizio della retromarcia mentre il tam-tam sul web è incessante e l’ hashtag #tuttiaroma invita alla mobilitazione davanti il Parlamento migliaia attivisti e simpatizzanti, molti dei quali, sempre in rete, chiedono passaggi per la capitale. ”Arriverò a Roma durante la notte e non potrò essere presente in piazza. Domani mattina organizzeremo un incontro con la stampa e con i simpatizzanti”, scrive Grillo sul blog, mentre i suoi assediano Montecitorio al grido di “Tutti a casa!”. Un gesto che può essere sembrato di responsabilità, ma che alla luce dei fatti odierni assume una valenza diversa.
Questa mattina c’è stata l’atteso incontro con i giornalisti: una la lunghissima conferenza stampa al Testaccio. ” Ieri sera potevo venire in piazza, non ho paura, ma avevo paura che la mia presenza potesse favorire la violenza. Io non voglio entrare in questi giri”, si giustifica Grillo. Poi il riferimento alla politica così distante dai cittadini e dai problemi del Paese: “Ci sono 9 milioni di persone che hanno paura, che galleggiano sulla crisi. Ma fino a quando crederanno a quello che dice ‘ vi ridò l’ Imu’? La nostra Imu è andata a coprire il buco del Monte dei Paschi”. E sui fatti di ieri dice di avere assistito a “uno scambio”, l’inciucio: “stanno rubando un altro anno di tempo al Paese. Ma se il governo sarà sull’agenda Monti, e così sarà, non durerà”. ”Parole esplosive quelle di Grillo”, commenta Celentano sul suo blog – che spazzeranno via di netto la complessità di una politica dove si annida il SOSPETTO. Un vero e proprio terremoto che libera l’ ARIA dalle incomprensioni politichesi create apposta per non farci capire. Un vento nuovo che porta con sé il seme di un cambiamento basato sulla semplicità di una politica trasparente e accessibile a tutti. Ma soprattutto ai ” poveri di spirito”.
Nel primo pomeriggio invece il concentramento dei simpatizzanti su una piazza romana, Santi Apostoli. Dopo il bagno di folla di Beppe Grillo del 22 febbraio scorso a Piazza San Giovanni, storica piazza delle manifestazioni di sinistra, M5s ha scelto un altro luogo simbolo di quella tradizione politica: un piazzale stretto e lungo, a due passi da piazza Venezia, dove l’ Ulivo ha avuto per anni la sua sede centrale e il centrosinistra ha festeggiato tutte le sue più importanti vittorie: da quelle di Prodi nel 1996 e nel 2006 contro Berlusconi a quelle per il Campidoglio che hanno portato Walter Veltroni ad essere eletto sindaco nel 2001 e riconfermato cinque anni dopo.
Ma questa volta proprio questa piazza non è risultata vincente per Grillo che l’ha raggiunta senza riuscire ad entrarvi: “Di nuovo le tv mi hanno circondato e non sono riuscite ad entrare – ha denunciato – La Digos ha detto che c’ era un caso di pericolo”. Così Beppe ha effettuato una vera e propria toccata e fuga, tornando subito in albergo. Lasciando qualche centinaio di manifestanti a bocca asciutta fino alla notizia definitiva che il leader non si sarebbe riaffacciato: aveva già lasciato Roma mentre i manifestanti si organizzavano per spostarsi in corteo all’indirizzo del Quirinale. Ma poi verso il Colosseo.
”Per adesso la retromarcia (di Beppe Grillo) su Roma si è conclusa con un flop – commenta il primo cittadino Gianni Alemanno – Qualche centinaio di manifestanti, nonostante tutti i proclami sull’ invasione di Roma che doveva circondare le stanze e le aule delle istituzioni. Questo dovrebbe insegnare a tutti che la strada per rispondere alla cattiva politica non è l’antipolitica dei demagoghi ma la rigenerazione di una nuova politica che deve essere dalla parte della gente”.
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