Il popolo dei forconi non molla e giovedì sarà di nuovo in piazza per protestare ancora. Stavolta a Roma, di fronte ai palazzi del potere. Il grande appuntamento, quella che gli organizzatori non disdegnano di chiamare la nuova marcia su Roma, non smorza però le polemiche né fa calare di numero le manifestazioni più o meno spontanee che si susseguono su tutto il territorio nazionale da nord a sud. Mobilitazione e presidi continuano infatti a pelle di leopardo soprattutto in Liguria in Veneto in Lombardia e nel Lazio dove la tensione resta alta aRoma, nell’Ateneo della Sapienza. Blocchi comunque anche al Sud e nelle isole.
A complicare ulteriormente le cose stamane c’è stata a Torino una manifestazione dei sindacati finita anche questa (dopo i gravi scontri di giovedi scorso) con tafferugli feriti e fermi della polizia. Sempre stamane a Roma, Casa Pound, una delle componenti più radicali che da destra appoggia il movimento dei forconi, ha tentato di occupare gli uffici della Unione europea, in via Quattro novembre. L’intervento della polizia che ha fatto sgomberare il palazzo, ha scongiurato il peggio ma appare sempre più chiara la strategia dei manifestanti più che mai intenzionati a tenere alta l’attenzione in vista della grande mobilitazione della prossima settimana.
A preoccupare però di più partiti e ministero dell’Interno è l’imprevedibilità delle molte manifestazioni alle quali in questi giorni aderiscono nuove sigle di gruppi organizzati e di nuclei spontanei apparentemente non coordinate tra loro. E mentre su tutto incombe lo spettro di un nuovo sciopero degli autotrasportatori, il timore della grande spallata antisistema tanto temuta dal Viminale indubbiamente esiste. Il disagio sociale come la paura di chi teme per il lavoro, le tasse e la mancanza di prospettive per il futuro, ha messo insieme una miscela esplosiva dove gli interessi di artigiani e piccoli imprenditori falliti si sposano con quelli di disoccupati, studenti, pensionati e cassaintegrati attratti dal messaggio della contestazione a tutto campo da portare avanti nei confronti della politica e della casta più in generale.
Ad appesantire il clima poi la polemica sulle dichiarazioni del portavoce del “movimento 9 dicembre” Andrea Zunino che nei giorni scorsi, a Torino, aveva accusato gli ebrei e le banche di aver reso “schiava l’Italia”. E alle polemiche stanno facendo seguito iniziative preoccupanti come la predisposizione di liste di funzionari e impiegati di Equitalia che sui social network vengono additati come “persecutori della gente onesta rapinata da Stato e istituti di credito che portano il Paese alla fame”. Non c’è che dire: un clima pesante che non dice nulla di buono per un Natale che si profila tutt’altro che sereno per tantissime famiglie, moltissimi imprese e per l’esercito crescente dei nuovi poveri.
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