In esposizione fino al 29 gennaio 2012 presso il Complesso del Vittoriano le opere che ripercorrono l’intero cammino artistico di uno dei più importanti Maestri del XX secolo
Le linee rette, orizzontali e verticali; i colori primari rosso, blu e giallo; i non-colori nero, bianco e grigi intermedi; più le forme e lo spazio. Astrattista? No, Pietr Mondrian è un pittore realista. L’equivoco è proprio nel credere che Mondrian sia un pittore astratto. “L’Olanda – dice Ennio Flaiano – è come lui la dipinge. Case bianche o nere, con strisce bianche o nere e finestre rosse e blu. Linee orizzontali del paesaggio. Canali, strade, dighe”.Un’arte, la sua, intimamente legata agli studi spirituali e filosofici: è sicuro di superare, grazie alla pittura, tutto ciò che è individuale e soggettivo, penetrando così nell’universale, nell’oggettivo, che per lui consiste nell’unica realtà, nell’unico equilibrio possibile.
Sono circa 70 tra olii e disegni, insieme ad oltre 40 opere di artisti che influenzarono la sua evoluzione, le opere che compongono la mostra “Pietr Mondrian. L’armonia perfetta”, ospitata presso il Complesso del Vittoriano, a Roma, fino al 29 gennaio 2012. Non mancano fino a oggi mostre retrospettive dell’opera del celebre pittore olandese; di rado, però, essa è stata presentata entro un contesto più ampio, accanto agli artisti a lui più vicini, con i quali si confrontava. Sin dai suoi esordi Mondrian ricercò l’ispirazione anche in altri artisti e teorici; nella prima fase, ad Amsterdam, soprattutto nei paesaggi sferici della Scuola dell’Aia. Alla fine del XIX secolo, questi pittori avevano dato vita a una rivoluzione nei Paesi Bassi: le loro rappresentazioni realistiche, caratterizzate dalla scioltezza della pennellata, segnano l’introduzione dell’arte moderna nei Paesi Bassi.
L’esposizione romana presenta al pubblico capolavori in gran parte concessi eccezionalmente dal Gemeentemuseum dell’Aia e vanta la collaborazione e il supporto di grandi istituzioni museali come il Denver Art Museum, il Philadelphia Art Museum, la National Gallery of Canada di Ottawa, il National Museum of Modern Art di Kyoto. Nella mostra, curata da Benno Tempel direttore del museo dell’Aia, c’è anche la ricostruzione dell’atelier di Mondrian degli anni parigini (1919–1938).
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