Se il corpo di ogni essere umano è una macchina perfetta, quello delle donne merita forse una menzione speciale: il latte materno infatti, unico nel regno animale, riesce non solo a nutrire il bambino ma anche a proteggerlo da una molteplicità di malattie.
I ricercatori dell’università di Zurigo hanno riepilogato in uno studio pubblicato sulla rivista Trends in Biochemical Sciences, tutto ciò che si sa del latte prodotto dalla mamma che contiene, oltre alle categorie di nutrienti (carboidrati, grassi, proteine) anche minerali ed elementi fondamentali per lo sviluppo fisico del neonato e del suo sistema immunitario.
Al momento della nascita infatti, il piccolo è privo della flora batterica intestinale e l’allattamento incentiva la colonizzazione di quei batteri che servono a digerire le molecole degli oltre 200 tipi di zucchero contenuti nel latte.
Se tutti sono concordi nel dire che il latte umano fa bene, la scienza non ha ancora prodotto un giudizio unanime su quanto dovrebbe durare l’assunzione da parte del bambino: ‘‘Il latte materno è il prodotto di milioni di anni di evoluzione e possiede i nutrienti ottimali per il neonato – sottolinea Lubor Borsig, uno degli autori dello studio – ma per quanto tempo è veramente necessario?”.
Latte materno o in polvere? L’eterna diatriba. Il latte materno ha indubbiamente una serie di proprietà che spinge gli esperti a consigliarlo. Tanto che nel 2015 il Ministero della Salute ha indetto la campagna “Mamma che latte” per incentivare l’allattamento, che ha effetti benefici sia sul bambino (protegge contro otiti, diarrea, diabete) che sulla madre, prevenendo alcune forme di tumore al seno o alle ovaie. Ulteriori vantaggi sono la riduzione del rischio di osteoporosi e la perdita del peso accumulato durante la gravidanza.
Anche chi decide di allattare può decidere quando farlo in modo pratico, utilizzando il tiralatte manuale o anche elettrico e congelando il latte prodotto in un contenitore sterilizzato a chiusura ermetica fino a sei mesi. Nel frigorifero invece, si può lasciare fino a tre giorni nella parte piu` fredda a una temperatura di 2-5 °C e fino a una settimana nel comparto ghiaccio. Ma non è detto che rappresenti uno scudo protettivo totale contro le infezioni o che rappresenti una scelta obbligata per tutte le madri.
Ad esempio, usando il latte in polvere, è possibile stabilire il quantitativo di latte per ogni poppata; inoltre il bambino non risentirà di una (eventuale) alimentazione sbagliata della madre o dell’assunzione di farmaci da parte di quest’ultima. Senza contare che in questo modo, la mamma potrà riuscire a ritagliarsi degli spazi per sè stessa, magari da dedicare al sonno, dal momento che il neonato non ha bisogno fisicamente di lei per essere nutrito.
Metodo sicuro oltre che economico, l’allattamento al seno non dovrebbe in ogni caso venire imposto: se così fosse, aveva affermato Alberto Ferrando, professore a contratto di Pediatria ambulatoriale dell’Università degli Studi di Genova, si rischierebbe di compromettere il legame di vicinanza tra madre e bambino così esaltato da chi consiglia l’assunzione del latte umano e anzi, si otterrebbe l’effetto contrario, aumentando i livelli di stress della donna che ostacolerebbero inevitabilmente l’instaurazione di una buona relazione con il neonato.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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