Se sfruttare il lavoro è “peccato mortale”, come ha ribadito Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata questa mattina a Santa Marta e dedicata al “nobile popolo cinese”, nel giorno in cui a Shanghai si celebra la festa della Madonna di Sheshan, Maria Ausiliatrice, svenderlo vuol dire svendere anche la propria dignità.
“Una vera cultura del lavoro non vuole dire solo saper produrre, ma relazionarci ai modelli di consumo sostenibile. Svendiamo il lavoro per il consumo? L’ho già detto: in questo modo, con il lavoro, svenderemo anche tutte queste sue parole sorelle: dignità, rispetto, onore e libertà”.
Anche sul tema del lavoro le parole del Pontefice non lasciano spazio ad alcuna eccezione. Papa Francesco in un’intervista esclusiva al direttore dell’Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli, pubblicata oggi dal quotidiano, ha parlato del lavoro dei giovani, che manca, e della responsabilità della società per quanto riguarda, appunto,la disoccupazione giovanile.
Anche qui in Italia “per salvare i grandi capitali si lascia la gente senza lavoro”, è l’osservazione severa di Francesco. Questo vuol dire disattendere il secondo comandamento, quello dell’amore al prossimo. E questa è colpa grave.
“Guai a voi che sfruttate la gente, che sfruttate il lavoro, che pagate in nero, che non pagate il contributo per la pensione, che non date le vacanze. Guai a voi! – ammonisce Bergoglio – Fare ‘sconti’, fare truffe su quello che si deve pagare, sullo stipendio, è peccato, è peccato. ‘No, padre, io vado a Messa tutte le domeniche e vado a quell’associazione cattolica e sono molto cattolico e faccio la novena di questo…’. Ma tu non paghi? Questa ingiustizia è peccato mortale. Non sei in grazia di Dio. Non lo dico io, lo dice Gesù, lo dice l’apostolo Giacomo. Per questo le ricchezze ti allontanano dal secondo comandamento, dall’amore al prossimo”. Le ricchezze, dunque, hanno una capacità tale da renderci “schiavi”.
Francesco esorta quindi a “fare un po’ più di preghiera e un po’ più di penitenza”, non per i poveri ma per i ricchi: “Guai a voi ricchi!”, è la prima invettiva dopo le Beatitudini nella versione di Luca:
“Tu non sei libero davanti alle ricchezze – sottolinea ancora – Tu per essere libero davanti alle ricchezze devi prendere distanza e pregare il Signore. Se il Signore ti ha dato ricchezze è per darle agli altri, per fare a nome suo tante cose di bene per gli altri. Ma le ricchezze hanno questa capacita’ di sedurre noi e in questa seduzione noi cadiamo, siamo schiavi delle ricchezze”.
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