Il posticipo serale di domenica (messo in dubbio fino all’ultimo dal violento nubifragio abbattutosi sulla Capitale) avrebbe dovuto segnare la ripresa del cammino biancoceleste dopo la bella vittoria a Stoccarda. Invece, la Fiorentina di Montella, scesa in campo senza alcun timore reverenziale, si aggiudica l’ennesima eliminatoria per restare in corsa per il terzo posto, battendo per 2-0 i padroni di casa senza rubare nulla. Anzi. Offrendo una dimostrazione di superiorità a tratti quasi imbarazzante. La facilità di palleggio dei viola in mezzo al campo ha creato costante imbarazzo alla spaesata formazione di Petkovic e, solo nella prima mezzora di gioco, la squadra gigliata avrebbe potuto chiudere agevolmente i conti. Sontuosa la prestazione dell’ex romanista Pizarro, impeccabile nel dettare i ritmi dei suoi, ottimo il lavoro in rifinitura di Borja Valero a vantaggio di Jovetic e Ljajic, autori non solo delle due reti ma anche di iniziative che hanno creato costanti ambasce alla difesa laziale. Padrone assoluto della sua fascia di competenza l’inesauribile Pasqual. Detto dei meriti dei vincitori, non si può non sottolineare gli ancor più evidenti demeriti di una Lazio ancora una volta incapace di dare seguito ad una brillante prestazione infrasettimanale. Davvero male i biancocelesti. Gli indisponibili ci sono, è vero, ma le assenze illustri da sole non possono spiegare l’ennesimo naufragio patito in un girone di ritorno ( appena otto punti) condotto a ritmo retrocessione. Nel consueto 4-5-1 (basta chiamarlo 4-1-4-1) scelto da Petkovic non si poteva non notare l’inopportunità di schierare largo sull’esterno il ritrovato Ederson: non è la sua posizione, non è il suo ruolo, da lì non può esibirsi nei suoi inserimenti centrali cui ci aveva abituato. Inutile insistere con Pereirinha come esterno destro difensivo, visto che un difensore non è e non lo sarà mai, costringendo, peraltro, il sempre encomiabile Gonzalez a sobbarcarsi un doppio lavoro per affiancare il portoghese in copertura, perdendo, inevitabilmente, di lucidità nella fase offensiva. Dias, con Biava risparmiato per il ritorno con lo Stoccarda, sempre più nervoso e falloso. E Marchetti, stavolta, responsabile del 2-0 gigliato scaturito da una punizione dall’effetto insidioso ma non potente di Ljajic. Così non va e anche se la classifica lascia ancora aperti i giochi in un campionato dove, Juve e Milan a parte, sembrano tutti intenti a cimentarsi in un improbabile ciapanò, la sensazione è che la Petko-band non ci creda più.
Sabato, invece, la Roma, sul pesantissimo terreno di Udine, aveva offerta offerto una prestazione decisamente sotto tono e troppo prudente dopo l’1-0 di Lamela cui, prima e dopo, Florenzi (toh, chi si rivede), eccellente negli inserimenti, avrebbe potuto aggiungere altro fieno in cascina. In avvio di secondo tempo, invece, solo Udinese con Muriel che otteneva il meritato 1-1 approfittando di un Torosidis troppo morbido in copertura, di un Burdisso ingenuo ad andare giù e di uno Stekelenburg tornato ai vecchi vizi (pallone passato tra le gambe). Poco prima la poi contestata sostituzione di capitan Totti. Errore di Andreazzoli? Più sfortunato, semmai. Il capitano era in visibile debito d’ossigeno e, già ammonito da un non impeccabile Guida (il secondo contatto su Torosidis era da rigore e sull’entrataccia di Heurtaux il rosso diretto ci poteva stare, ma anche no), era in odore di doccia anticipata. Un destino beffardo ha voluto, poi, che il suo sostituto, Osvaldo, i cui rapporti con tutto l’ambiente giallorosso sembrano deteriorarsi più passa il tempo, si divorasse il possibile 2-1.
Intanto, la Juve allunga le mani sul tricolore battendo, in pieno recupero con gol di Giaccherini, un coriaceo Catania e allungando ad un rassicurante +9 su un Napoli in piena crisi, di nuovo suicidatosi a Verona con un Chievo capace con due tiri in porta di assicurarsi un comodo 2-0. L’errore dal dischetto di Cavani suggella anche il protrarsi del momento no del “matador” uruguagio.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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