La stagione 2017-2018 volge al termine. Dopo lo scudetto alla Juve, la sicurezza di un posto in Champions per la Roma, domenica si deciderà chi tra biancocelesti e nerazzurri agguanterà l’ultimo posto disponibile sul treno più ambito. Bagarre in fondo: Verona e Benevento sono già retrocesse ma chi sarà la terza a far loro compagnia in serie B tra Chievo, Udinese, Cagliari, Spal e Crotone? Ci sono ben 5 squadre in due punti. Tutto può ancora succedere.
L’Inter è sotto di tre punti rispetto alla Lazio ma se dovesse vincere all’Olimpico, per via degli scontri diretti, salirebbe sul carro, lasciando con un pugno di mosche la squadra di Inzaghi. A far salire ancora di più l’adrenalina ci ha pensato l’uomo “scandalo” del momento, Stefan De Vrij. Il fortissimo centrale olandese, da ben 4 anni tra le fila biancocelesti, ha già firmato un contratto con l’Inter (3,8 milioni a stagione fino al 2023). E’ giusto impiegarlo visto che la posta in gioco è così alta? La ragione propenderebbe per il no a causa della pressione psicologica a cui sarebbe sottoposto il calciatore, costretto a scendere in campo contro i suoi futuri compagni. Tutti al suo posto vorrebbero giocare in Europa il prossimo anno, ma nella Coppa dalle grandi orecchie. Il cuore, però, dice sì: in primis per la professionalità del giocatore che è fuori discussione e poi perché Inzaghi sarà già costretto a rinunciare a Luis Alberto e forse anche ad Immobile, avanti di un gol in campionato rispetto a Icardi. La sfida “una poltrona per due” non è solo Lazio-Inter ma anche Ciro-Maurito. Il primo vuole mettere la ciliegina sulla torta-biennio laziale a dir poco eccezionale: sono già 67 reti in 87 partite. Il secondo cerca il centesimo centro. Chi la spunterà per aggiudicarsi il titolo di capocannoniere? Simone Inzaghi, che vuole a tutti i costi tagliare il traguardo Champions, ha dichiarato molto diplomaticamente su De Vrij: “Se giocherà lo farà al meglio onorando la società, i tifosi e i compagni con cui ha condiviso tante gioie in questi anni”. Non è colpa certo del giocatore, ritenuto da tutti irreprensibile, semmai delle regole che consentono a un calciatore in scadenza di contratto di firmare fin da febbraio con un’altra squadra. In caso dovesse passare la Lazio le due romane sarebbero entrambe qualificate, cosa che non è accaduta spesso: solo tre volte dal 2000, anno dello scudetto biancoceleste. Inter permettendo, of course. La squadra di Spalletti ha già rinunciato ad uno dei due risultati utili contro il Sassuolo, pensando di passeggiare su una squadra sfamata da una salvezza abbondantemente anticipata. Chi invece non è sfamata e dovrà lottare fino all’ultimo pallone non è una sola squadra, ma ben cinque. A 35 punti, in condominio Spal e Crotone se la rischiano di più rispetto a Chievo (37), Udinese (37) e Cagliari (36). I ferraresi hanno cercato, soprattutto, nel girone di ritorno, di dare del filo da torcere a tutti. La squadra di Zenga sa cosa vuol dire lottare per non retrocedere. Un anno fa, data per morta, rimontò dieci punti all’Empoli, spedendolo in B, tanto che l’ex tecnico Davide Nicola fece il fioretto di andare da Crotone a Torino in bici. Anche quest’anno non deve solo vincere, ma confidare nei cattivi risultati degli altri. Sarebbe clamoroso, invece, che l’Udinese retrocedesse perché è addirittura dal ‘95 che milita in serie A. I clivensi, dopo il cambio in panchina con mister D’Anna, ne hanno vinte due su due mentre i cagliaritani a Firenze hanno dimostrato di non voler gettare la spugna. Tutto però è ancora aperto e nessuna può dormire sogni tranquilli fino a che l’arbitro non decreterà la fine anche dell’ultima faticosa volata.
Erika Eramo
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