Come si prevedeva è stato un weekend cruciale per le sorti del campionato: venerdì sera si è consumato il big match del San Paolo che ha visto la Juve strappare un ottimo pareggio contro il Napoli, conservando i sei punti di margine sui partenopei che ora vedono avvicinarsi pericolosamente il diavolo rossonero che sabato ha rifilato tre reti ( a zero) alla Lazio, ora scavalcata al terzo posto. La sfida di Napoli è stata molto più intensa che non spettacolare e contrassegnata da episodi di grande nervosismo con Cavani, a secco per l’ennesima volta, protagonista con Chiellini di scene da saloon. La Juve, passata subito in vantaggio proprio con il rientrante difensore della nazionale, deve mangiarsi le mani per non aver chiuso la vicenda nel primi 45 minuti avendo sprecato con Vucinic due occasioni di cui una solare per il raddoppio, mentre il Napoli è stato bravo a non crollare e ad ottenere il pareggio in chiusura di frazione con una gran sventola di Inler, deviata. Nel secondo tempo, meglio i padroni di casa ma, da una squadra che aveva assoluta necessità di fare bottino pieno per riaprire le sorti del campionato, sarebbe stato lecito attendersi qualcosa in più. Pareggio giusto che fa molto più comodo ai bianconeri.
Quanto alle romane, la Lazio, chiamata a difendere il terzo posto a S.Siro, ne esce travolta al termine di una gara che è stata tale solo nel quarto d’ora iniziale, di rara intensità con entrambe le squadre vicine al vantaggio e con evidenti limiti in copertura. Poi, l’episodio decisivo con l’espulsione di Candreva che ha radicalmente mutato gli equilibri in campo. Da lì in poi, ovviamente, solo Milan con El Shaarawy e Pazzini a mettere a fuoco e fiamme la retroguardia biancoceleste e con Lotito che dovrà spiegare che senso abbia mettere fuori rosa chi non accetta il rinnovo perché Pereirinha, in assoluto non un flop, non ha assolutamente il passo dell’esterno basso e Cavanda sarebbe servito come il pane in marcatura. Alla rete, peraltro viziata da fallo, dell’1-0 di Pazzini la partita è virtualmente finita. L’impressione, comunque, era che il Milan avesse più grinta e foga dei dirimpettai e avrebbe in ogni caso fatto bottino pieno, mentre la Lazio, anziché in dieci, sembrava ridotta in sette. Uniche note liete, il rientro nel finale di Ederson e l’ingresso di Saha, autore di alcuni spunti interessanti.
In casa Roma, invece, il sogno di Andrazzoli di reinserirsi nella lotta per il terzo posto prosegue a suon di vittorie. Domenica sera è toccato al Genoa capitolare di fronte alla rinnovata verve giallorossa: un 3-1 che non deve ingannare, però, perché la partita è stata in bilico fino alla rete di Perrotta e con Stekelenburg a fare gli straordinari per blindare la porta. Roma convincente solo a tratti ma, a differenza dei cugini biancocelesti, convinta delle proprie possibilità. Almeno teoricamente, notevoli data l’indubbia qualità complessiva dell’organico. Il problema, ora, più che i punti di distacco dal terzo posto, è dato dal considerevole numero di squadre ancora davanti a quella romana.
Un capitolo a parte è doveroso dedicarlo a capitan Totti che, con il rigore dell’1-0, ha appaiato un’autentica icona del nostro calcio degli anni ’50: il “pompierone” svedese Gunnar Nordahl, raggiunto a quota 225 centri nella massima serie. Solo l’immenso Silvio Piola resta davanti al numero 10 giallorosso. Festeggiato, a fine gara, da compagni, tifosi e anche dai figlioletti, Christian e Chantal, entrati in campo a regalare una bella istantanea di felicità famigliare. Giusto così e che il sogno, a questo punto, continui.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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