Anche i giudici di Milano si stanno rendendo conto che c’è bisogno di un attimo di riflessione e di calma. Serenità per l’imputato Silvio Berlusconi, da tre giorni ricoverato al San Raffaele, al quale stasera è stato riconosciuto il legittimo impedimento assoluto a presenziare all’udienza nel processo Ruby. Ma anche un po’ di tranquillità mediatica per quei milioni di italiani che guardano con distacco (moltissimi) o rabbia (ancora molti) alle grane giudiziarie del presidente del Pdl. Di processi ed audizioni se ne riparlerà tra qualche giorno. Nel frattempo giudici e politica potranno riflettere su quanto accaduto in queste ore dove la magistratura non ha dato grande prova di imparzialità nella gestione dei processi che vedono coinvolto l’ex presidente del Consiglio. La violenza con la quale i pm milanesi vogliono arrivare comunque a verdetti che portino ad una resa dei conti con chi li accusa di essere dei mafiosi che usano i loro poteri a scopi eversivi in chiave politica, è abbastanza sotto gli occhi di tutti . Ed oggi, dopo quanto accaduto ed in presenza di azioni e comportamenti sicuramente persecutori e vendicativi chi può veramente dire che a muoversi in totale dispregio del dettato costituzionale, che vuole tutti uguali di fronte alla legge, sia Berlusconi e non piuttosto questi solerti magistrati della procura di Milano? Abbiamo detto che serve serenità e di questi tempi se n’è vista poca, al punto che i parlamentari del Pdl hanno scelto di protestare proprio davanti a quelle aule dove il loro leader è sotto processo, richiamando sulla clamorosa iniziativa addirittura l’attenzione e l’intervento del capo dello Stato Napolitano. L’ultima ma non meno importante considerazione che vorremmo fare è quella sulle ricadute che questo genere di conflitti provocano in un Paese sempre più stordito e allo sbando nel momento in cui il quadro generale politico istituzionale segna non maretta ma tempesta.
Vorremmo chiedere ai milioni e milioni di italiani che hanno votato Grillo Bersani o Berlusconi come vedono le sorti di processi che riguardano l’ex premier o l’impresario Berlusconi. Che il presidente del Pdl non sia uno stinco di santo è noto. Che faccia un uso disinvolto ed in qualche caso mascalzonesco e cinico dei suoi soldi è altrettanto evidente. Di colpe Berlusconi ne ha sicuramente tante e vanno dimostrate anche in sede legale ma questo non giustifica la solerzia e la cattiveria con cui si muove certa magistratura. E che l’associazione nazionale magistrati parli di attentato alla costituzione quando qualcuno pensa di mettere all’indice comportamenti e atteggiamenti lesivi dei diritti del cittadini da parte dei magistrati è altrettanto assurdo. Finchè i giudici non capiranno che prima o poi dovrà venire anche per loro il giorno in cui la parola casta dovrà e potrà essere pronunciata senza timori allora si capirà come e quanto il Paese sarà pronto per il cambiamento. I giudici riflettano su questo principio che tantissimi italiani condividono al di fuori degli steccati di partito. Di magistratura schierata politicamente il Paese non ha bisogno. L’Italia ha bisogno d’altro, ha bisogno di giustizia giusta ed equa nei tribunali ma ha anche bisogno di giustizia sociale economica, fiscale. Il non voler guardare a queste considerazioni significa solo una cosa: voltare le spalle al buon senso e guardare con occhio miope alla bancarotta che l’Italia sta vivendo. Conviene?
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