“Le Unioni Civili non sono una priorità immediata. Ncd è disposto a discutere su tutto, ma niente imposizioni, specie su un tema come questo, altrimenti è a rischio l’alleanza di Governo”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama Giuseppe Marinello, ricordando che il Ministro Alfano “ha già dettato una linea chiara: diciamo sì al rafforzamento dei diritti patrimoniali per le coppie composte anche da persone dello stesso sesso, ma diciamo un no a caratteri cubitali alla piena equiparazione con il matrimonio ed all’adozione”.
Alla fine di gennaio 2016 il Parlamento italiano comincerà la discussione del disegno di legge Cirinnà, un provvedimento che divide il governo. Il mondo cattolico in politica è intenzionato a continuare la difesa della famiglia “società naturale fondata sul matrimonio” e il diritto dei bambini di avere una mamma ed un papà. E, come ha detto Alfano, “c’è il rischio che la palla di neve diventi una slavina” dal momento che all’interno della maggioranza c’è tensione sul capitolo che riguarda le stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner. Dalle resistenze nel Pd è scaturito un gruppo di lavoro ad hoc, costituito da parlamentari di diverse sensibilità, che deve scrivere e presentare gli emendamenti condivisi entro il 22 gennaio. Poi, il martedì successivo, 26 gennaio, il ddl inizierà il suo iter in Aula. Da non escludere che per farlo approvare si possa andare a ‘pescare’ fuori dallo steccato della maggioranza. Sia il Movimento Cinque Stelle che gli esponenti di Sinistra Italiana infatti si sono detti favorevoli al testo. E sulla questione è intervenuta proprio in un’intervista a repubblica Debora Serracchiani, vicesegretaria del Pd. Delle unioni civili “continueremo a discutere anche con l’Ncd, ma la legge va fatta. C’è un vuoto legislativo, dunque non abbiamo più tempo da perdere. Non scarichiamo nessuno. Abbiamo sempre detto che il testo è aperto alla condivisione. Il fatto che quel testo in commissione abbia avuto il sostegno di Sel e CinqueStelle lo trovo normale. Se su questo testo Sel e M5S ci stanno mi pare un fatto positivo per tutto il Paese”, ha detto.
E’ favorevole ad un intervento legislativo sulle “unioni di tipo diverso” dal matrimonio, che stanno aumentando nella società italiana, anche il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino. Rimane comunque fermo il ‘no’ al tema delle adozioni e ai rimandi al diritto matrimoniali. Ne ha parlato attraverso un’intervista pubblicata sul quotidiano Corriere della sera. Ritiene il ddl Cirinnà avvolto “in un velo di ipocrisia”,mentre sul Family Day, che la conferenza episcopale non promuoverà, il vescovo dà facoltà di partecipazione, a chi ne sia interessato, a titolo personale.
“Se dovessimo scriverla noi una legge, certamente non conterrebbe le soluzioni proposte dal ddl Cirinnà”, dichiara Galantino. Sull’inadeguatezza del testo all’esame in Parlamento, per il segretario Cei è “la somma di più egoismi piuttosto che essere una composizione democratica in vista del bene comune”. “Perché non capire – si chiede Galantino – che la stepchild adoption non è necessariamente legata al tema delle Unioni civili e che essa va trattata in altra sede? Il problema è che alcuni fanno fatica a rinunziare al velo di ipocrisia che avvolge il testo del ddl liberandolo, per esempio, dai continui rimandi al diritto matrimoniale”.
Quanto alle differenti posizioni sull’argomento, all’interno del mondo cattolico, dice: “Nessuno di noi auspica una legge che, per garantire i diritti dei singoli e per rispondere a situazioni reali, rischia di stravolgere la realtà. E la realtà è quella di una società italiana che può e vuole contare sul bene inestimabile della famiglia composta da un padre, una madre e dei figli. Certo, la stessa società registra al suo interno anche la presenza crescente di unioni di segno diverso. Lo Stato ha il dovere di dare risposte a tutti, nel rispetto del bene comune prima e più che del bene dei singoli individui. Un po’ tutti stiamo imparando che quando, a fronte di una realtà complessa come questa, prevale la radicalizzazione delle posizioni, nonostante la buona volontà si finisce col fare i conti solo con soluzioni frammentate e scomposte, non di rado frutto del prevalere di una lobby sull’altra”.
La preoccupazione principale della Chiesa riguarda l’effetto sui bambini della riforma: “Quello che comunque mi impressiona negativamente è – in alcune situazioni ipotizzate – l’assenza di attenzione nei confronti di quelli che poi subiscono le conseguenze di certe scelte: i bambini! Prendiamo, ad esempio, l’assurdità dell’utero in affitto, come possibilità non troppo remota seppur camuffata. Mi chiedo perché non viene data pubblicità alle tante controversie – non solo giuridiche – che si accompagnano a questa pratica? Ho l’impressione che la nostra società e le soluzioni che attraversano la proposta di legge siano “adultocentriche”: il “diritto” al figlio, la pretesa in alcuni casi di volerne determinare le fattezze fisiche e le qualità interiori mi sembrano pratiche eugenetiche, non molto lontane da quelle universalmente condannate nel secolo scorso e che portavano un nome tristemente noto”.
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