“Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me. Non voglio che la mia vita venga distrutta”. Queste le parole di Karima Rashida El Marough, più conosciuta come Ruby Rubacuori, la marocchina più famosa d’Italia che questa mattina ha inscenato una protesta davanti al tribunale di Milano chiedendo di essere ascoltata dai magistrati che lavorano al processo che vede Berlusconi imputato per prostituzione minorile.
La giovane, famosa per essersi trovata al centro della vicenda dei “festini di Arcore”, ha ribadito ai numerosi giornalisti presenti di non essersi mai prostituita e di non aver mai avuto rapporti sessuali a pagamento con Silvio Berlusconi. Con le lacrime agli occhi e con la voce rotta dal pianto, l’illegittima nipote di Mubarak, si è poi dichiarata stufa di essere continuamente guardata dall’alto al basso e di venir insultata per la strada. Le ultime offese le sono piovute addosso in chiesa, alla presenza dei suoi familiari: “Voglio che mia figlia e la mia famiglia siano fieri di me”.
Poi passa all’attacco della stampa e dei magistrati che l’hanno interrogata ed ascoltata durante il processo Ruby: “Dai PM ho subito una tortura psicologica fatta di domande incessanti sulla mia intimità, le propensioni sessuali, le frequentazioni amorose, senza mai tenere conto del pudore e del disagio che tutto ciò provoca in una ragazza di diciassette anni. Un atteggiamento investigativo apparentemente amichevole – continua Ruby – che è progressivamente mutato quando è stato chiaro il fatto che non avrei accusato Silvio Berlusconi”.
Nel suo lungo monologo davanti al Palazzo di Giustizia, Ruby ha poi parlato anche della sua fantomatica parentela con l’ex leader egiziano Mubarak, uno dei capitoli più importanti del processo che prende il suo nome. “Mi dispiace per avere mentito – ha affermato – anche sulla parentela con Mubarak e di aver detto altre bugie sulle mie origini, ho giocato di fantasia perché’ il vecchio passaporto me lo ha permesso”. E, nella speranza di essere più credibile, la giovane marocchina ha mostrato ai giornalisti un falso passaporto nel quale compariva il nome di Mubarak.
A fronte di tanto livore, nessuno dei presenti si è sentito di replicare alla bella marocchina, mostrando le innumerevoli foto, fin troppo esplicite e ben poco caste, che compaiono su internet dopo aver digitato il nome “Ruby”.
Alessandra Angeletti
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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