“Si scrive legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia”.
Così il presidente del consiglio Matteo Renzi, ha presentato la nuova legge di stabilità licenziata oggi dal Consiglio dei Ministri. Una manovra economica che avrà un peso di 27 – 30 miliardi di euro a seconda dell’accoglimento, da parte dell’Unione Europea, della clausola migranti che permette di eccedere dello 0,2% il patto di stabilità.
“L’Italia è tornata alla crescita – ha dichiarato – Lo slogan della manovra è ‘l’Italia con il segno più’. Sono orgoglioso delle riforme che stiamo facendo, tutto bello. Ma se c’è una cifra del nostro governo è che per la prima volta nella recente vicenda repubblicana le tasse vanno giù, in modo costante e sorprendente”. Una manovra articolata, ridotta dal premier più social della storia della Repubblica in 25 tweet lanciati con l’hashtag #litaliacolsegnopiu, divenuto trend topic in poco tempo.
Ad avere un ruolo da protagonista nella manovra, il taglio delle tasse: tra le misure proposte dal Cdm, infatti, la cancellazione delle tasse sulla prima casa, l’eliminazione dell’Imu e dell’Irap agricole, la riduzione delle tasse per le imprese, la neutralizzazione delle clausole di salvaguardia su Iva e accise per l’anno prossimo, un incremento fino al 140% dei super ammortamenti per chi investe nelle imprese, la riduzione del canone Rai a 100 euro, il taglio dell’Ires al 24% dal 2017 anche se, spiega Renzi, qualora venisse “riconosciuto dalla commissione europea lo 0,2% per l’evento migratorio – circa 3,3 miliardi di euro – eccezionalmente anticiperemo al 2016”.
Sono ancora previsti ulteriori sgravi per chi assume, ma “meno di prima, affrettarsi prego”: “entro il 31 dicembre ci saranno sgravi nella loro interezza fino al 2018. Per chi assume invece nel 2016, le agevolazioni si ridurranno del 40% e l’anno successivo diminuiranno ancora”.
Renzi ha subito chiarito che il rischio di mancanza di coperture non esiste: “avete sempre questa preoccupazione – ha detto ai cronisti – state tranquilli. Le coperture ci sono tutte”. Con ogni probabilità, i tagli annunciati sono resi possibili grazie al contrasto all’elusione: Renzi ha infatti più volte ribadito il concetto del “pagare tutti, pagare meno”. “Rivendico – ha detto il premier – la lotta all’evasione, abbiamo fatto accordi col Vaticano, con la Svizzera. Stiamo riportando a casa soldi su soldi” quantificabili, con stime prudenziali su quest’anno e sul prossimo, in circa 3,4 miliardi di euro. Un miliardo di euro, invece, Renzi conta di recuperarlo dalla tassazione sui giochi.
A questi numeri, si vanno ad aggiungere l’allentamento del patto di stabilità per 670 milioni di euro, dando così l’opportunità ai comuni di “spendere i soldi in cassa per scuole, marciapiedi, strade”; una nuova politica di welfare, orientata al contrasto della povertà, con lo stanziamento di “600 milioni quest’anno, un miliardo nel 2017 e un altro miliardo nel 2018” oltre a “100 milioni nel rapporto proficuo con le fondazioni bancarie, i comuni e il terzo settore” e maggiore attenzione alla sanità, con un fondo passato dai 109 miliardi dello scorso anno ai 110 attuali e ai 111 previsti nel 2016, con il presupposto di “spenderli meglio”.
Come era facile pensare, non c’è alcuna traccia di ipotesi di flessibilità pensionistica – “vogliamo evitare interventi che alla lunga si dimostrano per alcuni aspetti complicati” ha affermato Renzi – saranno quattro le misure previdenziali introdotte dalla legge: una no tax area per i pensionati, l’opzione donna, la settima salvaguardia per gli esodati e il part time.
Grande attenzione anche al sud. Il masterplan per il meridione prevede finanziamenti per 450 milioni di euro, di cui “i primi 150 già nel 2015” grazie a un protocollo firmato da governo, Anac e Regione Campania. Tra le misure in questo pacchetto i fondi per la “chiusura della ferita della Terra dei Fuochi”, le risorse definitive per la Salerno Reggio Calabria e un fondo di garanzia per superare la crisi Ilva.
Allo stesso tempo, continua il lavoro per ridurre i costi della pubblica amministrazione. Partendo dalle partecipate, “da ottomila a mille, tetto ai dirigenti, riduzione poltrone e trasparenza dei dati”, fino al personale, “qualità e trasparenza nella selezione” premiando “efficienza e merito”.
Ora il provvedimento attende di compiere il suo iter parlamentare che, sin da ora, incassa le critiche dell’opposizione. E sempre attraverso il social usato dal capo del governo, Renato Brunetta, capogruppo di Fi a Montecitorio, scrive “Legge stabilità Matteo Renzi: solite balle. Copia Berlusconi senza dirlo. Ma soprattutto senza coperture”. E ancora “Si scrive Legge di stabilità si legge fiducia. Facendo debiti? Basta con la propaganda”.
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